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Bolla auto elettrica: fine dei sogni per molte SPAC nate dal nulla, che al nulla ritornano

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La stretta monetaria , l’esplosione dei prezzi dei metalli per le batterie e l’imminente crisi economica stanno iniziando a farsi sentire molto duramente sulle società high tech, ma in special modo su quelle del settore auto elettriche.

In una sorta di euforia che ricordava quella pre crisi del 1907 per il settore auto, erano nate numerose start up che avrebbero dovuto rivoluzionare il settore e che promettevano grossi ritorni sulla base di prototipi non ancora in produzione su larga scala. Queste società erano state poi quotate in borsa tramite SPAC, veicoli finanziari speciali nati per raccogliere i capitali ed entrare nei mercati finanziari. Peccato che molte di queste SPAC stiano letteralmente precipitando.

Una di queste società è la Electric Last Mile, che si proponeva di produrre dei furgoni per le consegne a domicilio che ha visto il proprio valore in borsa precipitare, dopo aver annunciato che, senza nuovi fondi, esaurirà le proprie risorse finanziarie a giugno. In un documento depositato presso la SEC si legge che:  “La Società prevede che, senza ottenere ulteriori finanziamenti, abbia liquidità sufficiente per continuare le operazioni fino a giugno 2022“. “Le proiezioni attuali della Società riflettono, tra l’altro, l’aumento delle spese per i servizi professionali, i costi di mantenimento dei dipendenti e i pagamenti ai fornitori“. “La Società sta attivamente cercando potenziali fonti di liquidità e sta lavorando per estendere, per quanto possibile, la propria disponibilità di cassa durante questo processo“. Le quotazioni sono precipitate e la società in un anno ha perso il 94%.

Il 24 maggio, in un documento depositato presso la SEC, la società ha reso noto che la sua relazione trimestrale per il 1° trimestre (il documento 10-Q depositato presso la SEC) sarebbe stata ulteriormente ritardata. L’azienda ha dichiarato di non aver ancora depositato il rapporto annuale richiesto (10-K) per il 2021. Il 18 maggio ha ricevuto una notifica di delisting dal Nasdaq a causa del mancato rispetto dei requisiti di riempimento. Negli USA su queste cose non si scherza e la SEC sta indagando.

Altra società con una storia simile è la Canoo, anch’essa senza liquidità sufficiente per continuare a operare. La società sia attualmente oggetto di un’indagine della SEC,  riguardante la fusione con la SPAC e le sue “operazioni, il modello di business, i ricavi, la strategia dei ricavi, gli accordi con i clienti, i guadagni e altri argomenti correlati, oltre alle recenti dimissioni di alcuni funzionari della società”. Ovviamente è partita una  class action degli investitori.

A fine marzo Canoo aveva 105 milioni di dollari di liquidità non vincolata in bilancio. Secondo le sue indicazioni, prevede di bruciare circa 200 milioni di dollari nel secondo trimestre e non ha ricavi. Se riuscisse a raccogliere subito 600 milioni di dollari estenderebbe la vita sino al 2023, ma per fare cosa? Ovviamente le azioni sono precipitate con perdite da brividi

Purtroppo non abbiamo ancora finito: anche un’altra società nata da una SPAC che non produce auto, la Lordstown Car che ha visto il valore delle azioni precipitare perché i soldi finiscono, le auto non sono prodotte e le risorse finanziarie sono sempre più scarse e più rare.

Quando le azioni di grandi società, già in produzione, come Rivian o Tesla sono in forte calo, newco dal futuro incerto vanno a zero e falliscono. Questa sarà un’estate molto calda e ci sono dubbi che molti dei progetti di auto EV partiti nell’eccitazione del successo di Tesla riescano a vedere il 2023. Avremo una moria di società e una distruzione di capitali storica, ma questo è il prezzo del risveglio dalle illusioni.

 


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