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Analisi e studi

Bilancia commerciale italiana: come un dato positivo è in realtà un disastro

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Oggi dovremmo parlare di un dato che sarebbe positivo se non fosse, invece, negativo leggendolo più in profondità.

Un miglioramento della bilancia commerciale di un paese è positivo quando viene a mostrare un aumento di import ed export: l’aumento dell’import mostra un miglioramento della domanda dei consumatori e delle attività produttive che importano beni primari per la trasformazione o di consumo per gli utilizzatori finali. L’aumento dell’export, superiore all’import, mostra un sistema produttivo sano che riesce a competere a livello internazionale

L’Italia ha registrato un surplus commerciale di 6,4 miliardi di euro nel luglio 2023, passando dal deficit di 0,5 miliardi di euro del luglio 2022.

Le esportazioni sono diminuite del 7,7% a 53,5 miliardi di euro a fronte del crollo delle vendite di energia (-57,8%), beni intermedi (-11,4% ) e beni di consumo (-6,7%). Per contro, le vendite sono aumentate del 5,1% per i beni d’investimento. I flussi in uscita si sono ridotti dell’8,7% verso i Paesi Ue e del 6,7% verso quelli Extra Ue.

Nel frattempo, le importazioni sono diminuite del 19,4% su base annua a 47,1 miliardi di euro a causa del forte calo dell’energia (-57,8%) e del calo più lento dei beni intermedi (-18,1%) e dei beni di consumo (-4,1%).

I flussi in entrata sono diminuiti del 5,7% dai paesi dell’UE e del 31,8% dai paesi extraeuropei, poiché l’Italia ha acquistato meno gas naturale e petrolio greggio dalla Russia e dall’OPEC. Inoltre, ha contribuito negativamente la riduzione delle importazioni di sostanze e prodotti chimici dalla Cina. All’interno dell’UE, l’Italia ha registrato un surplus commerciale di 1,3 miliardi di euro.

Ecco il grafico:

Questo surplus è negativo perché, al di là del calo della spesa energetica, mostra un’export in forte calo, esempio di una non più presente competitività del nostro sistema produttivo che perde posizioni a livello mondiale. I prezzi dell’energia prima fuori controllo, poi comunque alti, stanno penalizzando il nostro export.

Nello stesso tempo il calo dell’import di beni di consumo e di investimento viene a mostrare un progressivo impoverimento dei nostri consumatori, che tagliano l’acquisto di beni in generale, e quindi anche di importazione. Il crollo del 18,1% dei beni intermedi, leggasi componentistica che doveva essere assemblata in Italia, è significativo dello stato del sistema produttivo italiano.

Quindi in altri momenti il surplus commerciale sarebbe un’ottima notizia. Invece, come si è generato ora, no, non è una buona notizia.

 

 


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