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BANCA ETRURIA: TRUFFE AI RISPARMIATORI DA BANCARI, GIUDICI E GOVERNI NON ELETTI di Vladimiro Iuliano

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Sul caso Etruria è necessario richiamare l’attenzione anche e soprattutto, oltre a tutto quello che sta già venendo fuori sulle falsificazioni fatte dai vertici della banca, sui milioni lucrati da privati e società colluse e su una magistratura pienamente d’accordo e compiacente, addirittura al governo con Renzi come per il pm Roberto Rossi che, guarda caso è stato poi promosso a procuratore, e che gestisce il caso Boschi dalla parte dell’indagato ed imputato Boschi – mentre il Csm non dice né fa niente.

D’accordo anch’esso, con Fanfani, ex sindaco di Arezzo amico di Renzi messo guarda caso proprio da Renzi proprio al Csm -, bisogna indagare e scandagliare bene i vari passaggi e la tempistica davvero alquanto sospetta dei decreti pubblici fatti da Renzi-Boschi al governo, mai eletti. Non vogliamo dovere constatare che tutti e tre i decreti pubblici riguardanti la banca Etruria abbiano coperto, sul lato pubblico, le truffe che si stanno svelando, dando loro la patina di legalità con, appunto, i decreti pubblici.

Non si può non pensarlo, dato che con uno di questi decreti fatti dal governo non eletto, Renzi e Boschi hanno ad esempio reso non imputabili e di fatto irresponsabili, si ripete, con decreto pubblico, proprio quei vertici di bancari che stavano ed avevano già frodato e truffato, turlupinato i risparmiatori di Etruria.

E guarda caso, tra quei vertici, c’era proprio il paparino della ministra Boschi , che tanto ha brigato e fatto per affermare – falsamente, anche lì – di non avervi partecipato. Non solo, c’è stato prima un altro decreto pubblico a firma dei non eletti Renzi e Boschi, con cui la banca Etruria, fallenda, è stata fatta rientrare in un gruppo di banche, esattamente guarda caso poco prima di fallire, i cui prezzi delle azioni sono schizzati sorprendentemente molto sù facendo lucrare alcuni , solo ed unicamente taluni molto vicini a Renzi-Boschi, oggi come ieri facilmente rintracciabili (non a caso, lì per lì minacciavano alle testate che lo hanno rilevato denunce e querele, oggi si scopre, come quelle della Boschi false), rimpinguando cioè le casse solo di taluni, che in alcuni casi, sono peraltro gli stessi soggetti che hanno ricevuto soldi gratis a palate da Mps, tipo Sorgenia. Si veda ad esempio il profitto dell’amico di Renzi Davide Serra che, accusato di insider trading su compravendite di titoli di  banche popolari proprio nel periodo in cui Renzi le ha trasformate in SpA, ha lucrato parecchio, ripagando poi Renzi & Co versando al partito Pd o meglio alla fondazione che fa capo a Renzi stesso.

Insomma, il caso Etruria non è solo la truffa dei bancari e banchieri ai risparmiatori ma è anche la truffa ai cittadini italiani fatta da Renzi-Boschi tramite decreti pubblici. C’è cioè non solo un enorme, madornale conflitto di interesse dei due illegittimamente al governo, ma anche la strumentalizzazione delle istituzioni pubbliche e dei loro strumenti – decreti pubblici – al fine di trarne immensi vantaggi economici – e politici – per se stessi.

Il tutto “protetti” da giudici come Rossi che, quando non ai festini nei dintorni di Arezzo, si adoperano ad essere ingiusti e parziali, scorretti, con comportamenti ed azioni passibili di eccezioni giudiziali civili e penali, oltre che disciplinari. L’ex pm Rossi è a dir poco equivoco, parziale, e molto colluso; basterà che un qualsiasi altro commissario della commissione di insabbiamento ad opera di Casini, lo chiami a chiarire, per escluderlo una volta per tutte dalla magistratura e, possibilmente, dal consesso civile. Che cosa altro deve fare infatti, perché il Csm si muova e lo radii?

 


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