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Banca d’Italia scioglie CdA di Smartbank e Cirdan Group. Moral Hazard all’italiana

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La Banca d’Italia, compiendo la propria attività di organo di soveglianza del settore bancario, ha disposto lo scioglimento degli Organi con funzioni di amministrazione e controllo di Cirdan Group S.p.A. e Smart Bank S.p.A. con sede, rispettivamente, in Milano e Napoli, e la sottoposizione delle stesse alla procedura di amministrazione straordinaria. Praticamente le banche sono state commissariate.

Sono stati nominati commissari straordinari  Enrico Ajello e  Andrea Guaccero, che da ora svolgeranno le funzioni che spettano agli organi amministrativi.

Il CdA mandato a casa comprende dei nomi noti della finanzia italiana. Il CdA di Smart Bank era composto da :

  • Carlo Alberto Carnevale Maffe’ (Presidente), docente alla Bocconi di strategie aziendali e collaboratore di Oscar Giannino prima a Radio24 e poi nel podcast Don Chisciotte;
  • Antonio Maria De Negri (Amministratore Delegato), anche nel board del Cirdan Group;
  • Benedetta Arese Lucini (Amministratore), da Uber;
  • Roberta Benedetti del Rio (Amministratore Indipendente) esperta di investimenti sostenibili; e
  • Bianca Maria Sole De Negri (Amministratore).

SmartBank si vantava di essere la banca algoritmica digitale, e presentava dei rendimenti francamente molto elevati. L’ultima offerta commerciale prevedeva conti deposito vincolati step up a 5 anni con interessi fissi incrementali fino all’8,25% al quinto anno, partendo dal  4,25% il primo anno, 5,25% il secondo anno, 6,25% il terzo, 7,25% il quarto e 8,25% il quinto. Tecnicamente la raccolta è ancora aperta,  dato che si chiude al 17 gennaio 2024.

La cosa divertente è che  questo prodotto, come tutti gli altri offerti da questa fintech, consentiva ai clienti di chiedere un anticipo di liquidità fino al 70% dell’importo investito a fronte di un interesse flessibile di 2% sopra Euribor a 3 mesi, cioè attualmente 4%+2%. In teoria, al netto di commissioni e tasse, per 100 euro depositati e 70 presi poi a prestito per avere liquidità, ci sarebbe un rendimento positivo per il depositante dello 0,05% sull’anno e poi a crescere.

Che succede a questo punto ha chi ha messo i soldi nei conti vincolati di questa banca? Nulla, almeno sino a 100 mila euro, perchè i depositi fino a questa cifra sono coperti dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, FITD. Certo che si tratta di un bel caso di moral hazard in cui i rischi d’impresa, in questo caso a carico dei risparmiatori che vi hanno depositato i soldi a rendimenti molto alti per il mercato, vengono poi ripagati non da chi ha gestito il denaro o ha fatto delle scelte rischiose, ma dalla comunità. Questo è stato proprio un caso da manuale di cattiva applicazione del moral hazard.

 

 


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