Balle sinistre: l’Aumento delle transazioni elettroniche NON riduce l’evasione, parola di Commissione Europea

Ogni tanto qualche documento della Commissione sfugge al controllo politico e lascia intravedere qualche barlume della verità  nell’efficacia, o meglio nell’inefficacia, delle politiche fiscali. Come riporta Italia Oggi non esiste nessun legame fra imposizione della fatturazione elettronica e riduzione dell’evasione fiscale e neppure che un aumento delle transazioni elettroniche venga a provocare un calo nello stesso fenomeno. Questa è quanto messo nero su bianco dalla Commissione Europea nel “Vat gap in the EU” 2022, report pubblicato annualmente che analizza l’andamento del tax gap dell’imposta sul valore aggiunto, ovvero la stima dell’evasione Iva, riscontrata nei paese UE. Nel documento è indicato che l’ipotesi oggetto di verifica, poi disattesa, era quella che negli stati membri con il valore delle transazioni elettroniche in aumento si sarebbe riscontrata una correlata riduzione della propensione all’evasione dell’imposta sul valore aggiunto.

La Banca Centrale Europea ha analizzato le informazioni fornite dalle varie fonti fiscali e ha notato come vi sia si una correlazione fra pagamenti tracciabili e riduzione dell’evasione, ma questo sia talmente basso (0,52) da risultare assolutamente ininfluente e irrisorio, a tal punto che non è un dato statisticamente rilevante e potrebbe essere correlato solo a un errore di rilevazione.

Quindi quelle dette dalla sinistra sono solo, semplicemente, delle balle senza nessun fondamento scientifico. Una osservazione ovvia quando è evidente che i pagamenti in nero, non tracciati, sono per loro natura al di fuori del sistema, quindi è irrilevante che le transazioni regolari siano elettroniche o per contanti. Un ragionamento banale, ma che sfugge alla gran massa dei giornaloni di sinistra che poi cercano perfino di giustificare l’elusione fiscale dei grandi gruppi del web. Un mondo che va, letteralmente, al contrario.