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AVREMO INFLAZIONE O DEFLAZIONE? IL PROBLEMA E’ NELLA DEFINIZIONE

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La grande domanda economica attuale è: andiamo verso un’inflazione epocale o verso una deflazione epocale? I prezzi in futuro aumenteranno o si contrarranno?.

I fautori dell’inflazione affermano che, visto quanto stanno pompando le varie banche centrali, a partire dalla FED (oltre 3 mila miliardi di dollari di massa monetaria iniettata) e dalla BCE, (1350 miliardi di euro di acquisti previsti dal PEPP), avremo, prima o poi, un effetto inflazionistico sui prezzi dei prodotti. Del resto, come potete vedere dalla successiva immagine di Visual Capitalist, le banche centrali hanno veramente utilizzato ogni strumento a loro disposizione per intervenire per limitare i danni :

Chi invece crede che si stia andando verso un mondo deflazionistico, anzi verso una deflazione epocale, pone in evidenza alcuni fattori legati all’economia reale difficilmente contestabili:

  • la domanda in generale è calata a causa del closedown e dell’azzeramento, o forte riduzione, di alcuni settori produttivi;
  • la domanda comunque sta seguendo un’evoluzione dagli esiti difficilmente prevedibili;
  • comunque vi è un calo del reddito disponibile delle famiglie, quindi della capacità di acquisto;
  • i cicli produttivi altamente automatizzati si impongono sempre più anche con il problema del mantenimento del distanziamento sociale fra i lavoratori, e questo incrementerà la disoccupazione e ridurrà lo spazio per la classe media.

Sembrano due visioni incompatibili, quindi per la persona comune sembra complesso trarre delle indicazioni sul futuro. In realtà basta intendersi su cosa è l’inflazione, o meglio su come questa viene definita.

Per capirlo bene è utile vedere un video che vi proporremo al termine dell’articolo in cui vi è un faccia a faccia fra Jim Rickards, consulente ed autore di successo negli USA nel settore economico, e  Peter Schiff, CEO di Euro Pacific Capital. Il primo definisce in modo tradizionale, classico, l’inflazione, cioè come incremento dei prezzi dei beni e servizi al consumo, il valore che normalmente è misurato tramite il CPI, Consumer Price Index, o in Italia Indice dei prezzi al consumo.

Il secondo definisce l’inflazione sulla base della massa monetaria immessa dalle banche centrali. Si tratta di due definizioni estremamente diverse, e Schiff dà per scontato che l’aumento di massa monetaria porti ad un aumento dei costi. Per fare un esempio, avendo un motore a scoppio, per misurarne la potenza Rickards ne misura i KW all’uscita dell’albero motore, mentre Schiff misura la quantità di benzina che viene immessa nel sistema. Solo che se cambiano le condizioni di funzionamento del motore, ad esempio l’immissione dell’aria o l’efficienza del ciclo di combustione, il metodo di Schiff diventa inefficace.

Come fa notare Rickards l’attuale politica delle banche centrale ha gonfiato i prezzi degli asset, dei beni di investimenti , soprattutto quelli finanziari, come azioni , ETF su oro ed argento, valute virtuali, ma non ha avuto effetto sui costi al consumo, quindi sull’inflazione definita in modo tradizionale. Senza domanda non può esserci inflazione e questa, allo stato attuale, per molti beni di consumo viene a latitare.


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