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La Tunisia potrebbe lasciare l’Occidente del FMI e appoggiarsi ai BRICS

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Il Fondo Monetario Internazionale doveva intervenire in aiuto alla Tunisia, la cui economia è in profonda crisi che anche noi stiamo pagando attraverso i flussi migratori. Purtroppo il processo di assistenza si è interrotto poco prima del Natale 2022, con il rinvio della discussione del dossier, per i soliti motivi: la Tunisia non stava applicando il “Processo di riforme” e austerità ritenuto necessario dal FMI e dalla banca Mondiale.

Questo modo di agire poteva essere efficace fino a quando l’Occidente era il detentore di tutte le risorse finanziarie, ma ora, con la presenza del blocco alternativo dei BRICS questo  monopolio si è rotto e i paesi in difficoltà posso guardare anche altrove. Così sta facendo la Tunisia: Mahmoud Ben Mabrouk, leader del Movimento 22 Luglio, che appoggia il governo in carica,  ha assicurato a Mosaïque FM che la Tunisia non proseguirà i suoi sforzi per concludere un accordo con il Fondo Monetario Internazionale. Anzi secondo il politico avrebbe aderito alla “Via della Seta” e si sarebbe orientata verso il gruppo BRICS, che le avrebbe permesso di ottenere i finanziamenti di cui ha bisogno.

Ha spiegato che ciò che dice non è un’analisi politica, ma dati basati su negoziati e contatti, dicendo che non può entrare nei dettagli che sono ancora riservati e oggetto di trattativa.  Ben Mahmoud ha anche osservato che la dichiarazione del Presidente della Repubblica a Monastir, in cui ha assicurato che “la Tunisia rifiuta di sottostare alle condizioni del FMI”, si basa su dati confermati dal Presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune.

In questo contesto, ha osservato che la Tunisia ha dato diverse opportunità all’Unione Europea per sostenerla economicamente, ma “gli europei erano in ritardo, il che ha spinto la Tunisia a rivolgersi al gruppo BRICS, per ottenere finanziamenti e investimenti“, a conferma che la UE a parole è generosa, ma a soldi è scarsa.

Questo gruppo è composto da Russia, Cina, Brasile, India, a cui poi si sono aggiunti Paesi del Golfo Persico e l’Algeria. L’azione ha avuto un suo effetto immediato dato che il FMI ha quindi comunicato che presto riprenderà in mano il dossier tunisino. Comunque ora l’Occidente, senza il monopolio finanziario, non fa più paura.


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