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Anche la Libia taglia il gas all’Italia, ma per fortuna è poco

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La notizia che stiamo per dare potrebbe essere preoccupante se, per fortuna o sfortuna, non riguardasse la grande oppportunità persa dall’Italia e distrutta dalla Francia: il gas libico.

La Libia ridurrà del 25% le esportazioni di gas all’ENI italiana. La notizia è stata rivelata ieri dal governo libico di Tripoli, che ha dichiarato di aver bisogno del gas per il consumo locale, presumibilmente per la produzione di energia elettrica in un momento di tensioni politiche locali molto forti. Nella stagione calda cresce la domanda elettrica interna e le fonti fossili, gas in primis, sono le uniche disponibili. Il paese ne avrebbe in abbondanza, ma il clima di insicurezza sorto dopo la fine del regime di Gheddafi.

Si ricorda che la produzione e l’esportazione di petrolio sono state bloccate dalla Libia orientale dall’aprile di quest’anno e che tutti i tentativi di riaprire i canali di export sono andati a vuoto a causa di rivolte interne, scontri fra fazioni o vere e proprie guerre civili. Recentemente proprio a Tobruk la folla inferocita ha attaccato il parlamento locale, dandolo alle fiamme , in protesta contro l’elevato costo dei carburanti e dei generi alimentari.

Se l’Algeria ci tagliasse del 25% il gas domani saremmo in un mare di guai, ma la Libia è un fornitore marginale di gas, anche perché, ringraziando la guerra di Sarkozy del 2011, non siamo mai riusciti a sviluppare adeguatamente le potenzialità del paese, molto ricco anche in  metano, a causa del caos politico che risultò da quella guerra e dal successivo interventismo di Parigi, quindi del Cairo, Ankara e Mosca. Ora un paese ricco di risorse energetiche e a due passi da casa non può aiutarci.

 


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