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Alto dirigente della Deutsche Bank si deve dimettere dopo aver mentito sugli “Investimenti verdi”. Chissà quanti lo faranno!

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L’amministratore delegato di una società controllata da Deutsche Bank ha rassegnato le dimissioni mercoledì, appena un giorno dopo che le autorità tedesche avevano perquisito pesantemente  gli uffici della società a Francoforte per le accuse di “greenwashing”, cioè di aver “Dipinto” di verte investimenti e attività che non lo erano.

Un informatore ha affermato che DWS, una filiale di Deutsche Bank che gestisce circa 900 miliardi di dollari di asset, ha ingannato gli investitori nel suo rapporto annuale per il 2020 affermando che oltre 450 miliardi di dollari di asset soddisfano i criteri ambientali, sociali e di governance (ESG). Deutsche Bank detiene una partecipazione dell’80% in DWS.

Mercoledì, l’amministratore delegato di DWS Asoka Woehrmann ha dichiarato che si sarebbe dimesso “per proteggere l’istituzione […] e per spianare la strada a un nuovo inizio”, ha riferito Euronews.

Martedì scorso, gli uffici di DWS a Francoforte sono stati perquisiti da una squadra di circa 50 investigatori, in seguito alle affermazioni di un ex dirigente secondo cui la società avrebbe esagerato le credenziali ambientali dei suoi fondi.

In un’intervista a Fortune, un portavoce del pubblico ministero tedesco ha dichiarato che nel corso delle indagini condotte da gennaio, “abbiamo trovato prove che potrebbero supportare le accuse di frode sui prospetti”.

“Le accuse riguardano il fatto che DWS ha pubblicizzato i cosiddetti prodotti finanziari ESG come particolarmente verdi e sostenibili, mentre in realtà non lo erano”, ha dichiarato il portavoce.

DWS ha negato di aver ingannato gli investitori.

L’incursione e le dimissioni dell’amministratore delegato di DWS suggeriscono che il “greenwashing”, definito come la diffusione di disinformazione per presentare un’immagine pubblica responsabile dal punto di vista ambientale, sta iniziando a essere trattato come una frode.

La scorsa settimana, la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha reso noto il suo piano per eliminare il greenwashing, prendendo di mira i fondi che traggono vantaggio finanziario dal commercializzarsi come importanti attori ESG, ingannando però gli investitori. Il piano della SEC, che è stato accolto con derisione da Wall Street, prevede l’approvazione di una normativa che imponga all’80% degli asset di soddisfare i criteri ESG per potersi fregiare delle credenziali ESG. La SEC sta inoltre valutando la possibilità di introdurre ulteriori requisiti di rendicontazione e divulgazione. Secondo Bloomberg, Wall Street sostiene che gli sforzi della SEC sono vaghi e prematuri in un momento in cui i criteri ESG non sono stati definiti da nessuno.

Siamo sicuri che questo non sarà l’ultimo caso del genere. Il fatto di voler favorire, con la famosa “Tassonomia verde” gli investimenti verdi, alcuni tipi di attivi finanziari rispetto a altri farà si che quello a cui abbiamo assistito sia  solo la prima di truffe su scala miliardaria. Del resto legislazioni impossibili sono come miele per attrarre chi ha pochi scrupoli.

 

 


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