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Allarme! Il Venezuela sposta truppe al confine con la Guyana

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Secondo quanto riportato dal WSJ il Venezuela ha iniziato a prepararsi a sostenere, con la forza, le proprie ragioni spostando carri armati leggeri, motovedette dotate di missili e mezzi corazzati al confine tra i due paesi. Una nuova crisi sta rapidamente sfuggendo di mano a Biden.

Il dispiegamento, visibile nelle immagini satellitari rese pubbliche venerdì e nei video recentemente postati dall’esercito venezuelano sui social media, rappresenta un’escalation significativa nei tentativi di Caracas di ottenere una certa influenza sulle nuove riserve energetiche del suo vicino. Questo avviene nonostante un accordo scritto raggiunto a dicembre tra il presidente venezuelano Nicolás Maduro e il presidente della Guyana Irfaan Ali, che denunciava l’uso della forza e chiedeva l’istituzione di una commissione per risolvere le dispute territoriali.


Dalla fine dello scorso anno, il governo venezuelano, che dispone di un esercito di 150.000 soldati attivi e di armamenti moderni forniti dall’alleato russo, ha aumentato le rivendicazioni sull’Essequibo, una regione ricoperta per lo più dalla giungla che costituisce i due terzi della Guyana.

Il dispiegamento emerge quando Exxon è riuscita ad aumentare la produzione petrolifera della Guyana a 645 mila barili giornalieri, livello annunciato proprio tre giorni fa. La Guyana ha forze di autoddifesa di soli 3 mila uomini e una popolazione di 800 mila abitanti. 

Sono emerse sul WSJ foto che mostrano la creazione di campi militari e di guadi a uso militare nell’area.

WSJ

“Non siamo sorpresi dalla malafede del Venezuela”, ha dichiarato il Ministero degli Esteri della Guyana in una dichiarazione al Wall Street Journal in risposta alle domande sullo spiegamento militare. “Siamo delusi, non sorpresi”.

Mercoledì scorso, il ministro della Difesa venezuelano, Vladímir Padrino, ha accusato Exxon di affidarsi all’esercito americano per la propria sicurezza e di utilizzare la Guyana a proprio vantaggio.
“Riceveranno una risposta proporzionale e forte nell’area marittima che appartiene di diritto al Venezuela”, ha scritto su X. “L’Essequibo è nostro!”. In realtà la questione è molto più complessa perché soci nello sfruttamento delle risorse petrolifere offshore della Guyana sono i cinesi della CNOOC e la Chevron, che opera in Venezuela

Le esercitazioni di Maduro, insieme a un referendum tenuto a dicembre in cui ha affermato che milioni di venezuelani approvano i piani di sequestro dell’Essequibo, hanno allarmato i politici dell’amministrazione Biden, che è già alle prese con la definizione di una risposta alle alleanze del Venezuela con Russia, Iran e Cina.

Negli ultimi mesi, funzionari statunitensi del Dipartimento della Difesa e della Casa Bianca hanno visitato la capitale della Guyana, Georgetown, per colloqui volti ad aumentare la cooperazione. Il Presidente Ali ha dichiarato che il suo governo acquisterà presto elicotteri, droni e altre attrezzature di difesa americane.

“Sostenere la Guyana per rafforzare la sua capacità difensiva mentre continua a immettere sul mercato un’enorme quantità di petrolio è qualcosa che ci interessa direttamente”, ha dichiarato lunedì Juan Gonzalez, consigliere senior di Biden, ai giornalisti colombiani, un giorno dopo aver incontrato il presidente della Guyana a Georgetown. “Non vogliamo certo inasprire le tensioni, ma abbiamo una relazione strategica con la Guyana”.

Inoltre sarà interessante vedere quale sarà la risposta del Brasile, che, proprio recentemente, aveva ospitato una riunione fra le due parti e che in precedenza si era interessato della tutela della Guyana.

Secondo alcuni analisti Maduro non vuole invadere la Guyana, ma obbligare Exxon, Chevron, CNOOC e Guyana a sedersi al tavolo delle trattative  e cedere parte delle ricchezze  ottenute dal petrolio, enormi per la piccola popolazione del paese. Comunque una crisi che sembrava sopita, torna a far parlare di se i giornali. 

 

 


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