Attualità
Patto di stabilità sospeso per il 2023? Una boccata d’ossigeno prima del colpo finale
Quando lunedì prossimo Paolo Gentiloni presenterà le nuove previsioni di crescita della Commissione Ue, il commissario Ue all’Economia presenterà non solo alcuni nuovi dati economici, ma anche la rotta per una delicata decisione di politica finanziaria. Gentiloni spiegherà quanto sia peggiorata la situazione economica in Europa a causa della guerra in Ucraina, i danni per la crescita legati all’inflazione e le minacce derivanti dall’instabilità energetica.
Ciò rende sempre più probabile che anche le norme dell’UE sul debito e sul deficit vengano sospese anche per il 2023 prevedendone quindi il rientro in azione per il 2024. Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt la decisione sarebbe quasi presa, e i rappresentanti del governo e i funzionari dell’UE a Berlino e Bruxelles si aspettano ora attendono la formalizzazione ufficiale di una decisione del genere. La Commissione intende annunciare ufficialmente la propria politica economica entro il 25 maggio. Se la notizia fosse confermata saremmo al quarto anno successivo di blocco delle politiche di bilancio costrittive della UE, il famoso “Two Pack” e “Six pack”, che fondano da un lato i limiti della camicia di forza europea con i limiti del deficit al 3% e del debito, teorico, al 60% del PIL.
Se il limite del deficit può avere un senso nel momenti di crescita, ma non quando è necessaria una politica anti ciclica, cioè di contrasto alla recessione, i limiti relativi al debito non hanno più nessun significato, quando solo al Germania e qualche satellite rispettano questo limiti, mentre paesi rilevanti come Francia, Italia e Spagna sono ormai ben fuori da questi limiti e difficilmente possono ritornarci.
Non pensate assolutamente che questo sia un segnale di scampato pericolo: Il mirino della UE è ben fisso sulle residue ricchezze italiane. Possiamo prenderlo solo come una tregua temporanea dettata dalla crisi ucraina e dal boom dei prezzi energetici, ma non è un cambio di rotta. Del resto era anche brutto mandare il PD alle elezioni con un carico di tasse patrimoniali e immobiliari per i cittadini, ma il 2024 è dietro l’angolo. O si ha il coraggio di porre un vero e proprio veto, assoluto, a qualsiasi politica che danneggi i cittadini italiani, un po’ come sta facendo Orban sul tema delle sanzioni petrolifere, oppure i beni degli italiani sono in pericolo. In Italia di politici con la decisione di Orban non se ne vedono.
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