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Euro crisis

La Finlandia in Trappola

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Pubblichiamo ora questo articolo di Voci dall’estero. Penso che con la lettura di questi 4 articoli ci si faccia un idea precisa di quanto accade in un ordinario paese del Nord dell’Eurozona, analisi che sul Sole 24 Ore vi scordate di leggere.

 

Un articolo di Bloomberg fa il punto sul fosco declino economico della Finlandia, che fino a poco tempo fa pareva saldamente paese “core” dell’eurozona. La disoccupazione aumenta, la competitività declina, i parametri europei diventano sempre più difficili da rispettare – e come reagisce il governo di grande coalizione (di cui ovviamente fa parte anche la “sinistra” socialdemocratica)? Esatto. Con più austerità.

 

di Kati Pohjanpalo, 13 gennaio 2014

Mentre l’eurozona riemerge dalla peggiore crisi che abbia mai conosciuto, il paese membro con il rating più alto, nonché uno dei principali sostenitori dell’austerità, sta perdendo posti di lavoro e vede aumentare il suo debito.
Le sfide che la Finlandia – un’economia con un saldo rating AAA –  deve affrontare sono “storiche”, ha detto il ministro delle finanze Jutta Urpilainen il 10 gennaio ad Helsinki. “Vorrei promettere che la crisi dell’euro finirà quest’anno, che le mutazioni strutturali dell’industria finiranno e che la crescita del debito pubblico si arresterà. Ma sfortunatamente non posso.”

La Finlandia, unico paese dell’eurozona ad avere il massimo del rating da quando nel 2012 Moody’s ha rivisto al ribasso le prospettive della Germania, è in una condizione “depressa”, ha detto la scorsa settimana il premio Nobel Paul Krugman, durante il suo tour nei paesi nordici. Krugman accusa il governo del primo ministro Jyrki Katainen di aver imposto politiche di austerità che hanno minato la domanda senza peraltro rivelarsi in grado di ridurre il peso del debito pubblico.
 
Il destino della Finlandia conferma i dubbi sulla validità di politiche che si focalizzano sulla riduzione del debito mentre l’economia sta perdendo posti di lavoro. Il paese è uno degli otto membri tra i 18 che compongono l’eurozona ad aver visto l’economia contrarsi sia nel 2012 che nel 2013, secondo la Commissione Europea. Il tasso di disoccupazione dell’intera eurozona rimane alla cifra record del 12,1 percento con una disoccupazione giovanile al 24,2 percento a novembre, secondo le stime Eurostat.
 
I posti di lavoro perduti
 
Ora la coalizione di governo del primo ministro Katainen, formata da sei partiti, afferma che si rischia lo sforamento dei parametri dell’Unione Europea sul debito, che limitano il debito pubblico al 60 percento del prodotto interno lordo. A novembre la disoccupazione è salita al 7,9 percento, mentre il mese precedente era al 7,4 percento, secondo le stime dell’ufficio finlandese di statistica. L’indicatore del PIL ad ottobre segnava un calo dello 0,6 percento su base annua.
 
“La Finlandia è ancora significativamente depressa,” ha detto Krugman, che ha messo in discussione la validità della scelta di sacrificare l’indipendenza della politica monetaria per aderire all’eurozona.
 
L’economia del paese arranca a fatica dietro quelle dei suoi vicini del Nord, la Svezia e la Norvegia, paesi esportatori che hanno scelto di stare fuori dall’euro. La Svezia si sostiene con la domanda interna, mentre la Norvegia si difende con il più grande fondo sovrano del mondo: 820 miliardi di dollari di investimenti accumulati coi profitti della vendita di petrolio e gas. Sebbene l’economia norvegese abbia rallentato l’anno scorso, la crescita del suo prodotto, prevista al 3 percento per l’anno in corso, supera decisamente la crescita dell’1,3 percento prevista per la Finlandia, dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. La previsione di crescita per la Svezia è del 2,3 percento.
 
I tagli alla spesa
 
I tagli alla spesa del primo ministro Katainen hanno coinciso con il declino delle maggiori industrie finlandesi. La Nokia Oyj (NOK1V), un tempo l’enfant prodige dell’ingegnosità finlandese, nel 2013 ha coronato anni di perdite vendendo le sue migliori attività di telefonia mobile alla Microsoft, mentre l’intero paese perde colpi sul fronte della crescita tecnologica.
 
Un altro elemento chiave per la creazione di lavoro in Finlandia è l’industria forestale, che sta annaspando, poiché le cartiere chiudono e libri e riviste cartacee vengono sostituiti dai dispositivi elettronici. Ciò ha spinto le due maggiori cartiere europee, Stora Enso Oyj (STERV) e UPM-Kymmene Oyj (UPM1V) a tagliare posti di lavoro, nello sforzo di sopravvivere.
 
“Quando la recessione colpisce una determinata industria, l’impatto in Finlandia è molto duro,” ha detto ieri Katainen durante un’intervista a YLE Radio Suomi. “Abbiamo un problema strutturale che dobbiamo riuscire a risolvere.”
 
Dietro alla Spagna
 
La Finlandia è indietro di almeno mezzo decennio rispetto alla Spagna e al Portogallo  quanto all’adeguamento degli stipendi alla produttività, e sta dietro all’Europa del sud in quanto a incremento delle esportazioni, ha detto l’Istituto di Ricerca dell’Economia Finlandese (ETLA) in agosto.
 
“Durante il periodo della moneta unica il costo del lavoro in Finlandia è cresciuto più che in tutto il resto dell’eurozona” ha detto il presidente della Nordea Bank AB, Bjoern Wahlroos, in un’intervista alla televisione YLE TV1 dell’11 gennaio. “È estremamente difficile esportare la produzione finlandese.” 
 
Lo sforzo dell’eurozona di tenere il debito pubblico sotto controllo ha raccolto consensi in tutta la ragione, ha detto oggi il ministro delle finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem, in un’intervista a Bloomberg Television ad Hong Kong.
 
“La volontà di cooperare è più forte che mai – il divario nord-sud è di fatto svanito,” ha detto Dijesselbloem.
 
L’Olanda, come la Finlandia, ha scelto l’austerità anziché lo stimolo, perché due anni di declino economico hanno svuotato le casse dello stato.
 
Più austerità
 
Il governo finlandese intraprenderà “ulteriori misure di austerità, il che significa tagli alla spesa e forse alcuni aumenti delle tasse” in marzo, da cui ci si aspetta un “impatto economico negativo nel breve termine,” ha detto ieri Katainen. Il suo consiglio dei ministri si riunirà oggi per discutere di come reagire alle sfide dell’economia. Ma nessuna decisione sarà presa, secondo un’affermazione del governo.
 
L’anno scorso la Finlandia aveva definito un piano da 9 miliardi di euro (12,3 miliardi di dollari) che includeva interventi strutturali per affrontare i costi derivanti dall’invecchiamento della popolazione. Il piano consiste in diverse misure che verranno inviate al parlamento un pezzo per volta. Alcune delle proposte, incluse modifiche alle pensioni e alle strutture sanitarie, sono ancora in fase di definizione.
 
“L’attuale problema di competitività della Finlandia non sarà risolto con una decisione sul dilemma delle pensioni, deve essere risolto qui ed ora, nel prossimo anno o due,” ha detto Wahlroos, che è anche presidente di UPM-Kymmene e della compagnia assicurativa Sampo Oyj.
 
La cattiva situazione dell’economia finlandese ha costretto i leader politici a rivedere i loro impegni per il welfare. E mentre Urpilainen dice che il suo Partito Socialdemocratico ha scelto di difendere il diritto dei Finlandesi ai benefici pubblici, dice anche che il suo paese “dovrà trovare delle risposte alle sfide della società del welfare, e immaginare che tipo di stato sociale sarà possibile nel futuro.”
 
“La globalizzazione e la divisione internazionale del lavoro hanno avuto un impatto, così come lo hanno avuto il progresso tecnologico e la crescente automazione,” ha detto Urpilainen. “Queste sono delle sfide per il mercato del lavoro finlandese.”

 


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