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CONTRIBUTI BLOCCATI Promesse, Decreti, Vertenze, Burocrazia, Lungaggini varie e ancora la Libertà di scelta educativa tradita e un patrimonio storico culturale sempre più a rischio. (di Sr Anna Monia Alfieri)

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La brutta sorpresa estiva. Mentre le scuole paritarie si indebitano sentiamo sr Anna Monia Alfieri, una delle voci più competenti e autorevoli nel panorama scolastico italiano, per capire cosa stia succedendo

Il nocciolo duro della questione

A seguito della notizia di un ulteriore ricorso presentato dall’ANINSEI al Consiglio di Stato “per l’ottemperanza alla sentenza dello stesso CdS n. 292 del 28 gennaio e per l’accertamento della nullità, previa sospensione, del Decreto Ministeriale 3 giugno 2016, protocollo n. 367”,  è impossibile, ad oggi, prevedere quando i contributi statali saranno effettivamente nella disponibilità delle scuole. Corrisponde a realtà che il Ministero aveva già predisposto per liquidare i contributi; per questo motivo saranno gravi le conseguenze per i docenti e anche per allievi e genitori di quelle scuole il cui bilancio non prevede la divisione degli utili, e sono la maggior parte.

La mancata chiarezza del sistema provoca oggi, con questo blocco, una gravissima ingiustizia nei confronti di onesti lavoratori (i docenti) che presumibilmente non riceveranno gli stipendi dei prossimi mesi, e il rischio altrettanto grave di tracollo della vera ricchezza del nostro Paese: la libertà di poter scegliere in una pluralità di offerta formativa. Semplicemente, quest’ultima viene soppressa da chi dovrebbe garantirla (lo Stato) per mancanza di lucidità e per aver fatto incancrenire una situazione paradossale: considerare sullo stesso piano scuole che dividono gli utili e scuole che svolgono un servizio pubblico a favore dei cittadini e quindi dello Stato, a un costo standard inferiore a quello delle scuole pubbliche statali.

Si sia seri e si eviti l’escamotage della Corte dei Conti che serve solo a far chiudere quelle buone scuole pubbliche paritarie che, nonostante abbiano seriamente operato per il bene culturale dei cittadini, a settembre chiuderanno i battenti. E sarà fame di cultura per i bambini senza la loro buona scuola e fame di pane per i docenti rimasti senza lavoro.

Poco o nulla il danno per i diplomifici dove chi va paga per essere promosso con tanto di riconoscimento del MIUR; dopo decenni ci auguriamo che si faccia chiarezza.

Se le buone scuole che forniscono un servizio pubblico saranno costrette a chiudere per asfissìa, allora lo si espliciti: l’Italia è fondata sul diritto di uno Stato unico che sceglie per i propri cittadini anche come educare i figli. Ci andrà benissimo ma sarà anche chiaro a tutti che questo si chiama regime…


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