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WeWork fallisce: si teme un disastro epocale sul mercato immobiliare di New York

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WeWork, il più grande affittuario di uffici privati di Manhattan, è fallito. Quasi esattamente due anni dopo la quotazione in borsa tramite SPAC, WeWork, la start-up di co-working in difficoltà che una volta aveva una valutazione di 47 miliardi di dollari, ha presentato lunedì presso il tribunale federale del New Jersey la richiesta di protezione per bancarotta ai sensi del Capitolo 11, dopo che, come riporta Wolf Richter, ha passato tutta la sua vita a bruciare enormi quantità di denaro raccolto dagli investitori – un totale di 13,8 miliardi di dollari raccolti in 22 round, gran parte dei quali da SoftBank e dal fondo Vision di SoftBank. Come mostrava Wolfstreet, il titolo era già imploso. 

I documenti del tribunale indicano l’intenzione di interrompere decine di contratti di locazione di grandi uffici in tutta l’area metropolitana, e questo potrebbe portare a un crollo del mercato immobiliare commerciale cittadino.

Nonostante il fallimento, il Financial Times ha citato WeWork affermando che i suoi uffici sono ancora “aperti e operativi”.

Nel 2019 WeWork è stata valutata 47 miliardi di dollari in un round guidato da SoftBank di Masayoshi Son. L’azienda ha tentato di quotarsi in borsa ma ha miseramente fallito.

Adam Neumann, il fondatore di WeWork, ha rilasciato una dichiarazione lunedì prima del fallimento, affermando che l’imminente notizia era “deludente”. Ricordiamo che Neumann una volta aveva affermato di aspirare a diventare il primo ad avere un patrimonio da 1000 miliardi al mondo. Ora è miseramente fallito, e dovrà rinunciare al suo stile di vita festaiolo, eccentrico e ricchissimo.

Secondo Bloomberg,le sedi inattive di New York dominano un elenco di quasi 70 contratti di locazione che il gigante del coworking intende risolvere, come risulta dai documenti del tribunale. I circa 40 contratti in questione includono spazi vicino a Union Square e nel Fulton Center, una struttura commerciale e di transito nel centro di Manhattan”.

I documenti del tribunale dicono che i contratti di locazione sono “limitati a nessun beneficio” per l’azienda e sono principalmente spazi inattivi.

Gli edifici lasciati liberi da WeWork potrebbero mandare in crisi un mercato già debole, perché la startup di coworking è un inquilino di riferimento per numerosi edifici che rappresentano “circa 2,6 miliardi di dollari di debito CMBS (titoli obbligazionari garantiti da mutui commericali), con circa la metà di questi prestiti che giungeranno a scadenza entro i prossimi 12 mesi“, secondo il sito di notizie immobiliari Commercial Observer. Secondo la società di dati CMBS Trepp, l’80% di questi locatori è già su una speciale lista di monitoraggio del servizio, in ritardo con i prestiti o in default.

Il crollo di WeWork, accompagnato dalla cessazione di decine di contratti di locazione, è destinato a causare ulteriori tensioni per i proprietari di immobili alle prese con le condizioni di prestito più rigide degli ultimi anni.

A giugno 2022, la società aveva affittato quasi 20 milioni di metri quadrati di uffici in tutti gli Stati Uniti. E quello che sta accadendo a New York sta per arrivare in una città vicina a voi.

Settimane fa, Scott Rechler, presidente e amministratore delegato di RXR Realty, aveva avvertito che la crisi del settore immobiliare era appena iniziata…

 

 


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