Attualità
WELT.DE: RIFORME IN FASE DI STALLO? SCIOCCHEZZE. L’ITALIA FUNZIONA MEGLIO SENZA
Di seguito tradotto in italiano un ampio estratto di un recentissimo articolo del noto giornale tedesco online Welt.de sul percorso italiano di “Riforme”. L’ articolo colpisce per lucidità e chiarezza nell’individuare i problemi chiave della nostra attuale situazione sociale-politica-economica alla luce dell’ultimo esito referendario.
Mamma mia! L’Hanno fatto di nuovo! Questi italiani sempre con il loro debole per la confusione politica. Mentre il resto malconcio d’Europa teneva le dita incrociate per il premier Matteo Renzi affinché razionalizzasse il governo, gli elettori hanno scelto l’esatto contrario: il caos conosciuto.
Cosi ora l’ultimo governo ragionevolmente stabile e UE-friendly dell’Europa meridionale è caduto. Il rituale delle poltrone tra i notabili del partito, l’intrigo nel dietro le quinte di palazzi romani, che il giovane rottamatore Renzi voleva ripulire, riparte come in un conclave del Vaticano.
(..)A quanto pare l’intera vita sociale in Italia è come la politica, del tutto diversa da quello che si può immaginare a Bruxelles o Berlino.
Il divario tra la visione dall’estero di Renzi come moderno e amabile, e quella di arrogante in Italia si è recentemente sempre più accentuato. Dell’Europa viene meno un altro dado, dopo l’impensabile referendum del Regno Unito e la scelta dell’impresentabile Donald Trump.
(..)Dopo secoli di dominazione straniera e decenni di governi di compromesso deboli, a volte in grado di resistere solo pochi mesi, gli italiani diffidano di un uomo forte.(..)Perchè? L’Italia funziona come nazione allo stesso modo delle sue cellule germinali: milioni di famiglie, piccole imprese, comuni e associazioni che tengono insieme il paese socialmente.
Chi appartiene ad una grande famiglia italiana vi trova una scuola materna, un’assicurazione contro la disoccupazione, una casa di riposo, una banca di credito, un laboratorio, un ostello. Nonché psicoterapia e pasti succulenti gratis. I nonni con la loro piccola pensione finanziano l’educazione dei nipoti e anche i figli possono sempre contare su una casa. Senza questa coesione familiare, il Sud con la sua enorme disoccupazione giovanile sarebbe già da tempo crollato.
(..) Renzi ha avuto la sua chance, ma non sono gli sono venuti in mente niente più che un paio di bonus umilianti ai cittadini per il loro 18 ° compleanno e tiepidi sussidi per nuovi posti di lavoro
Con i paesi ricchi d’Europa (soprattutto Germania), chi aspirava come Renzi a trarre beneficio dall’euro, ha fatto un po’ come le banche nazionali che hanno investito i risparmi di milioni di cittadini in crediti inesigibili tossici. Come fa un governo a ridurre l’irrimediabile eccedenza di personale, le amministrazioni inefficienti, quando a sud di Napoli migliaia di famiglie che vivono di servizi pubblici gratuiti, soffrirebbero altrimenti la fame?
(..) Soprattutto la generazione perduta di internet gratuito, nel cui nome Renzi amava parlare, è andato massicciamente alle urne e ha votato contro di lui. C’erano milioni di voti contro la politica europea. La nazione industriale vuole lavorare tranquillamente – senza interferenze politiche.
Evidentemente la maggioranza degli italiani ritiene che il suo paese abbia bisogno di qualcosa di diverso da un governo più forte. Si desidera più respiro e più libertà personale. Non si deve trascurare il fatto che l’Italia, a differenza della Grecia, è in difficoltà su settori chiave per l’esportazione e ha sostenuto tutte le banche, senza programmi di miliardi di euro di salvataggi.
In Italia non ci sono solo spiagge e ulivi, si costruiscono anche elicotteri ed aerei, auto da corsa e camion. Tra Torino e Trieste si estende la pianura della Valle del Po, una delle zone economiche più produttive del pianeta, in cui non si producono solo Parmigiano e pasta. Centinaia di migliaia di fabbriche vi hanno scritto e vi scrivono storie di successo per il mercato mondiale: maglioni e cucine, mobili e frigoriferi, scarpe da ginnastica e lampade, il che conferisce all’ Italia la reputazione di paese di design, di stile ed innovazione riconosciuto in tutto il mondo.
Gli italiani sono attivi, hanno grande diligenza e profumo di emigranti nel mercato globale, non solo in gelaterie o pizzerie. Se gli Emirati Arabi costruiscono un porto in acque profonde arrivano gli ingegneri del Veneto. Nella primavera del terrorismo in Bangladesh hanno attaccato un locale per stranieri ove tra le vittime vi sono stati gli unici italiani che hanno sfidato tutte le minacce alle loro imprese. Gli Italiani conoscono il mondo meglio dei tedeschi, che hanno represso la loro storia di emigrazione. L’Italia ha bisogno di riavere indietro la sua moneta debole. (..) Se l’Europa vuole cambiare qualcosa, allora non deve tentare di cambiare l’Italia.
Per tornare in pista, gli italiani dovrebbero mantenere i loro governi deboli e recuperare la loro moneta debole. Nella macchina del compromesso della politica romana si è parlato molto di tutte le crisi dal 1945 fino a quando ancora la lira è stata svalutata nel momento di maggior pericolo di fallimento. Gli italiani, che in precedenza avevano aderito a scioperi generali, svalutarono e andarono a lavorare anche per mezzo stipendio, arrotolandosi di nuovo le maniche. I risparmiatori tedeschi al posto loro si sarebbero ribellati. Ma gli italiani hanno salvato la loro moneta, notoriamente debole, con riforme dolorose e hanno salvato la loro piccola economia caotica ma efficace.Con l’introduzione dell’euro, questo paradiso, se pur scadente, è stato chiuso a chiave. È quasi un miracolo che l’economia italiana sia in grado di tenere il passo con la valuta forte di Francoforte e, probabilmente, si deve anche alla fantasia del gegnio italiano Mario Draghi. Un quinto della produzione industriale è andata persa dal 2.001 . Basta, l’ Italia non deve pensare come i tedeschi.
L’Europa si fa solo con soggetti dalla mentalita’ standardizzata? Questo paese e’ pieno di tesori culturali, completamente e convintamente europeo, l’origine dell’idea di Europa non ha forse le sue radici nel diritto romano e nella Chiesa romana?
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