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VERSO IL SALVATAGGIO DI BANCA MARCHE ? Di Paolo Cardenà

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Vi proponiamo questo ottimo articolo di Paolo Cardenà dal suo blog, Vincitorievinti.it, sulle ultime vicende di Banca Marche

Cronache Maceratesi, che attraverso Marco Ricci ha raccontato egregiamente le vicende di Banca Marche, riporta la notizia secondo la quale sarebbe stata trovata una soluzione per il salvataggio della banca marchigiana. La soluzione prevederebbe il coinvolgimento diretto e volontario  di altre banche nel salvataggio di Banca Marche, e quindi consentirebbe di superare i dubbi della Commissione Eurpea sugli aiuti di stato: dubbi determinati dall’ingresso  del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) nel capitale della banca (piano A).

Chiaramente non siamo  in grado di dire quanto sia concreta questa ipotesi (Banca Marche, poiché commissariata, non pubblica i bilanci), ma possiamo fare comunque qualche considerazione:

Indubbiamente l’operazione, seppur onerosa per le banche che aderiranno al salvataggio, andrebbe a vantaggio di tutto il sistema bancario italiano, che eviterebbe gli effetti che potrebbero determinarsi qualora non fosse trovata una soluzione. A tal proposito, pochi giorni fa, il Presidente del FITD, aveva parlato di “rischio corsa agli sportelli” qualora  non si fosse giunti ad una sollecita definizione della vicenda, salvo poi rettificare le dichiarazioni qualche ora dopo (ne abbiamo parlato qui).

E’ quindi verosimile attendersi  che un intervento di questo genere eviterebbe il coinvolgimento dei depositanti (superiori ai 100 mila euro) nel salvataggio della banca, e quindi verrebbe evitato un precedente assai pericoloso che, contrariamente, potrebbe avere effetti destabilizzanti anche su altre banche  che versano in condizioni di fragilità.

Ho qualche serio dubbio sulla possibilità che non vengano coinvolti gli obbligazionisti subordinati, i cui titoli verrebbero convertiti (in tutto o in parte) in azioni. I Corsi  delle obbligazioni sembrerebbero prezzare (in larga parte) questa possibilità.

Nei prossimi giorni, quando avremo ulteriori elementi, ne riparleremo.

Per ora vi lascio all’articolo di Marco Ricci

Da Cronache Maceratesi:

“La soluzione è stata trovata e verrà comunicata entro breve”. Con queste parole – pronunciate durante due incontri che si sono tenuti oggi con i direttori di fiale prima e con i dirigenti poi – Giuseppe Feliziani, uno dei tre commissari alla guida di Banca Marche – ha comunicato come il piano di salvataggio per la messa in sicurezza della banca sia stato individuato. Considerato il riserbo in cui in questi messi si sono chiusi i commissari c’è quindi da ritenere che la Banca d’Italia e il Fondo Interbancario abbiano individuato la soluzione da percorre, dopo i dubbi sorti negli ultimi giorni a proposito di un possibile contrasto con la Commissione Europea che considererebbe l’intervento del Fondo Interbancario (Fitd) come aiuto di Stato. L’impasse si sarebbe sciolto ieri, dopo una riunione in Banca d’Italia dove erano presenti, tra gli altri, i commissari di Banca Marche e Carife. E’ stata probabilmente questa l’occasione in cui i commissari sono stati informati della decisione presa che a questo punto, si reputa quella finale e in grado di riportare la banca alla piena operatività.
La soluzione davvero probabile, secondo fonti molto vicine al dossier, sarebbe quello che avevamo definito come piano B, ovvero un intervento volontario delle altre banche italiane, così da evitare ogni possibile equivoco con la Commissione Europea. Non è ancora chiaro al momento se il contributo volontario dei principali istituti di credito avverrà attraverso uno specifico comparto del Fondo Interbancario creato ad hoc oppure attraverso la creazione di una bridge bank, cioè di una “banca ponte”, dove far confluire le attività migliori dell’istituto. Non si esclude che – per agevolare l’intervento a questo punto totalmente privato – venga messa in atto una qualche forma di burder sharing, ovvero coinvolgendo nell’operazione le azioni e le obbligazioni subordinate che potrebbero essere convertite – non si sa in quale percentuale – in patrimonio. Questo, ovviamente, per limitare l’esborso delle altre banche le quali – oltre ad intervenire in Banca Marche così come negli altri istituti in crisi – dovranno dal 2016 contribuire obbligatoriamente anche ai versamenti al Fondo unico di risoluzione. A questo punto non ci sarebbe alcun rischio per i depositanti di Banca Marche, qualunque sia l’entità dei loro depositi.
Sarebbe anche allo studio la possibilità che i crediti deteriorati di Banca Marche possano essere dirottati verso una bad bank – o una qualsiasi altra forma di veicolo – in grado di alleggerire l’istituto dai prestiti peggiori, così da permetterne il recupero in tempi più lunghi e alleggerire le necessità patrimoniali. Venendo ai tempi, si immagina che possano essere molto brevi, partendo dall’approvazione da parte del Governo – attesa a giorni – dei decreti attuativi della Brrd, la direttiva europea che disciplina la gestione e la risoluzione delle crisi bancarie. Non si può  escludere – sebbene non ve ne sia ancora conferma – che qualora la Banca d’Italia aprisse una vera e propria procedura di risoluzione – qual’è ad esempio l’ipotesi bridge bank – che i commissari possano direttamente procedere all’aumento di capitale senza dover convocare un’assemblea dei soci, questo accelerando notevolmente i tempi del salvataggio. Qualora si apra infatti una procedura di risoluzione, i commissari speciali indicati da Banca d’Italia avrebbero non solo i poteri degli amministratori ma anche quelli dei soci. Obiettivo molto chiaro comunque, chiudere al più presto i dossier e riportare la banca all’operatività.


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