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Venezuela: precipita la produzione di petrolio a causa dei blackout

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Il prezzo del petrolio WTI si tiene stabile in questo periodo, nonostante la produzione dell’oro nero venezuelano sia praticamente precipitata a zero. Vediamo ora il prezzo del WTI

attualmente il WTI è di poco superiore ai 60 dollari, sui 62 , e queesto nonostante venga a mancare la produzione dello stato sud americano.

Infatti il black out, che in spagnolo si chiama “Arpagon”, non solo ha causato dei disagi enormi ai cittadini, con ospedali e servizi essenziali inabilitati ad operare, rete di comunicazione cadute e supermercati che gettavano via i congelati, ma ha anche causato una caduta nella produzione petrolifera.

Il problema è semplice: 4 su 5 barili estratti nel paese sono di petrolio altamente bituminoso del bacino dell’Orinoco, estremamente denso che richiede trasportato attraverso oleodotti riscaldati. Quando c’è stato il black out il riscaldamento dell’oleodotto è cessato e quindi si è completamente intasato con il denso petrolio bituminoso. Quindi anche se il pozzo o il centro di distribuzione sono dotati di generatori, questi non ci sono lungo tutto il percorso dell’oleodotto, e quindi il trasporto è cessato. Questo ha condotto ad un calo verticale della produzione:

Siamo sotto i 300 mila barili al giorno, meno della metà di quanto si produceva anche solo qualche mese fa. Ora i black out non sono terminati, anzi sono “Programmati” e previsti nel lungo periodo, per cui non c’è da attendersi nessun miglioramento nel breve termine. Gli “Upgrader” i centri di riscaldamento che permettono il trasporto del petrolio, necessitano una quantità notevole di elettricità, normalmente fornita in modo ecologico dalla grande diga di Guri, che produce l’ottanta per cento dell’elettricità del paese. Il petrolio costituisce il 90% delle esportazioni del paese e senza questo non si può mandare avanti nè lo stato nè la produzione petrolifera stessa. Un vicolo cieco da cui Maduro deve tentare di tirarsi fuori.

 

 


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