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Venezuela: Pence appoggia Guaidò. Intervento più vicino, scontri alla frontiera

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Ieri si è tenuto il vertice dei paesi latinoamericani parte del “Gruppo di Lima” a Bogotà, Colombia, alla presenza del vicepresidente USA Pence ed al quale ha partecipato l’autonominato presidente venezuelano. Si è trattato di un riconoscimento formale del ruolo di Juan Guaidò come legittima autorità internazionale da parte degli stati vicini.

L’intervento del VP USA è stato particolarmente duro: un invito alle forze armate venezuelano ad abbandonare Maduro e la promessa che i problemi del popolo di quel paese saranno “Risolti in pochi giorni”.

Da sabato ci sono state delle defezioni nella guardia nazionale bolivariana che difende il confine, ma non si è ancora realizzata nessuna sollevazione di massa, ma solo fughe alla spicciolata come quelle accadute anche ieri al confine brasiliano:

In tutto il numero di disertori è ancora basso, nell’ordine di qualche centinaio, alcuni dei quali si sono detti disposti a combattere per il nuovo presidente, ma che, chiaramente, sono ancora nulla come forza armata. Però stanno concentrandosi alcune forze sia al confine brasiliano sia a quello colombiano, per ora con funzioni di controllo della frontiera.

Disordini sono stati causati da rivoltosi che hanno lanciato pietre alla Guardia Nazionale Bolivariana :

Internamente sono sempre più attivi i cosiddetti “Collectivos” gruppi di repressione che si muovono in motocicletta ed agiscono spesso fuori da ogni legalità e controllo verso la popolazione civile.

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Il presidente della Colombia  Duque è stato molto duro nelle sue dichiarazioni, invitando i militari venezuelani a “Non trovarsi sul lato sbagliato della storia” ed ha fatto intuire un perfetto accordo sulla vicenda con il presidente brasiliano Bolsonaro. La Guardia Nazionale Bolivariana appare ancora solida se deve affrontare dei civili, ma manterrà la propria unità se si trovasse davanti reparti equivalenti dei paesi vicini, per non parlare di reparti speciali nord americani?  Chiaramente il blocco pro Guaidò punta ad un pronunciamento dei militari e si accenna a trattative in corso da parte dei vertici per salvare le proprie prerogative. Per conoscere la verità è ormai questione di giorni.

 


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