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VENETO VUOLE PRODURRE LE MASCHERINE, ROMA LO FERMA. Maledetta burocrazia

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Grafica Veneta, venendo anche incontro alle richieste del presidente della regione Zaia, mette in campo una linea di produzione per le mascherine a tempo di record, a Trebaseleghe, in provincia di Padova. Secondo il Mattino di Padova la capacità produttiva è di un milione di pezzi, tale da soddisfare i bisogni nazionali, oltre quelli del veneto. Si tratta di una linea che parte da zero, non un semplice assemblaggio di componenti di importazione.

Tutto bene allora? NO , perchè per far partire la linea di produzione è necessario che le mascherine siano approvate da ROMA ed omologate CE. Naturalmente far muovere un ingegnere dalla Capitale, per la precisione dal MISE ( il ministero di Patuanelli, per fare NOMI E COGNOMI) sembra troppo difficile, per cui la capacità produttiva resta teorica.

Ieri, quando abbiamo pubblicato le caratteristiche tecniche delle mascherine, proprio sperando che qualcuno iniziasse la produzione, avevamo messo in luce che la difficoltà maggiore sarebbe stata proprio l’omologazione, cioè che qualcuno ALZASSE LE CHIAPPE E SI DESSE DA FARE per controllare se fossero regolari. Oggi ne abbiamo la prova provata. Fossimo in Germana Grafica Veneta sarebbe andata di corsa al TUV, avrebbe pagato un migliaio di Euro ed avrebbe avuto la certificazione. in Italia no. Il freno dell’economia italiana è proprio in questo assurdo rimpallo di controlli che poi oggettivamente nessuno fa. Provate ad omologare una componente per auto: in Germania 500 euro al TUV, in Italia decine di migliaia di euro  e mesi di tempo alla Motorizzazione. Ecco una delle prime cose a cambiare, altro che “Prescrizione”.


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