Economia
Terre rare: la salvezza per gli USA potrebbe venire da una miniera d’Oro altamente inquinante
Il Berkley Pit, un lago generato dall’estrazione del rame e dell’oro e dalle acque fortemente tossiche e acide, può diventare una risorsa enorem di terre rare per gli USA. Una vera e propia arma contro la Cina

Una risorsa strategica nazionale potrebbe presto emergere da un sito a lungo inquinato a Butte, nel Montana. Il Dipartimento della Difesa statunitense sta valutando una sovvenzione di 75 milioni di dollari per la costruzione di un concentratore: il passo finale necessario per raffinare le terre rare estratte dalle acque acide di una miniera e avviare una produzione su vasta scala.
Se approvato, il progetto di Butte – incentrato sul famigerato Berkeley Pit – darebbe un impulso significativo all’iniziativa dell’amministrazione Trump volta ad aumentare la produzione nazionale di tutti i 17 elementi delle terre rare, ognuno dei quali presente nel sito. Sebbene non scarsi in assoluto, questi elementi sono raramente concentrati, rendendone costosa l’estrazione tradizionale.
Il Berkley Pit è un lago che si è formato in un’area dove veniva estatto rame. Si tratto di un lago con un’altissima concentrazione di metalli pesanti che hanno reso le acque fortemente acide, con un PH fra il 4 e il 4,5, comparabile a quella del succo di pomodoro, a confronto de 7, neutro, dell’acqua. Il lago è considerato altamente velenoso, oltre che acido.
Miniera Strategica Contro la Cina
Gli Stati Uniti sono impegnati in una corsa per ridurre la loro dipendenza dalla Cina, che domina la fornitura globale di terre rare e in passato ha utilizzato il suo potere di esportazione come leva durante le dispute commerciali.
Con una sola miniera di terre rare operativa – a Mountain Pass, in California – gli Stati Uniti hanno a lungo faticato a competere. Ma nuove tecnologie che estraggono minerali dalle acque reflue potrebbero riscrivere questa storia.
Esperti del Center for Strategic and International Studies avvertono che questo divario di approvvigionamento conferisce alla Cina un vantaggio cruciale nella rapida espansione delle sue capacità di difesa – una minaccia che gli Stati Uniti stanno ora cercando di contrastare.
In questo sforzo, l’amministrazione Trump ha rivolto la sua attenzione alle riserve di terre rare in Groenlandia e Ucraina, e recentemente ha ordinato una svolta verso l’estrazione mineraria in acque profonde per i minerali presenti sui fondali oceanici, anche in acque internazionali.
Secondo il New York Times, il Berkeley Pit contiene oltre 50 miliardi di galloni di acque reflue acide e ricche di metalli – un’eredità tossica della passata estrazione di rame.
Ma all’interno di questa miscela pericolosa si trovano elementi di alto valore come il neodimio e il praseodimio, essenziali per potenti magneti utilizzati in smartphone, veicoli elettrici, missili guidati con precisione e satelliti.
Un singolo jet F-35, ad esempio, contiene 900 libbre di terre rare, cioè circa 440 kg. Non pochi.
Se sfruttato con successo, i ricercatori stimano che il sito potrebbe produrre fino a 40 tonnellate di terre rare all’anno.
Estrazione di Minerali Critici dalle Acque Reflue
La tecnologia rivoluzionaria alla base del progetto proviene da Paul Ziemkiewicz, un ricercatore idrico della West Virginia University, il cui team ha sviluppato un metodo per estrarre minerali critici dal drenaggio acido delle miniere.
Inizialmente impiegata nelle miniere di carbone, la tecnica, sviluppata in collaborazione con la società di ingegneria chimica L3 Process Development, ora mostra una promessa significativa nel Berkeley Pit, molto più ricco di minerali e voluminoso.
“Una delle cose positive del drenaggio acido delle miniere è che i concentrati che otteniamo sono particolarmente arricchiti di terre rare pesanti”, ha affermato il dottor Ziemkiewicz, che ha studiato il sito per 25 anni. “Quelle leggere non sono così preziose.”
L’approccio utilizza un metodo semplice ma scalabile per trasformare l’acqua inquinata in una risorsa.
Grandi sacchi di plastica a trama fitta vengono riempiti con il fango filtrato dalle acque reflue del sito. Mentre l’acqua defluisce lentamente, ciò che rimane è un preconcentrato contenente circa l’1-2 percento di terre rare.
Questo materiale viene quindi sottoposto a lavorazione chimica per isolare gli elementi di valore.
La fase finale del processo brevettato prevede l’estrazione con solvente, una tecnica che separa e purifica i singoli metalli delle terre rare, producendo i materiali di alta qualità necessari per le tecnologie avanzate.
Se scalato su altri siti, Ziemkiewicz ritiene che il metodo potrebbe fornire quasi tutte le terre rare che gli Stati Uniti ora importano per la difesa – circa 1.400 tonnellate all’anno. Con una domanda prevista in aumento fino al 600% nei prossimi decenni, tali fonti nazionali potrebbero rivelarsi vitali per contrastare l’influenza della Cina.
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