Analisi e studi
USA: terremoto sul PIL. Crollo a -0,5%, molto peggio del previsto. L’effetto paradossale dei dazi
Doccia gelata per l’economia USA: il PIL del primo trimestre 2025 crolla a -0,5%, molto peggio delle stime. Una frenesia di importazioni pre-dazi ha creato un paradosso micidiale. Scopri i dati che scuotono i mercati.

Una doccia gelata si abbatte sull’economia americana, che sprofonda in territorio negativo per la prima volta in tre anni. La terza e definitiva revisione del PIL del primo trimestre 2025 segna una contrazione annualizzata dello 0,5%, un dato drammaticamente peggiore rispetto al -0,2% della stima precedente e un vero e proprio shock per i mercati.
A scatenare il tracollo è il crollo verticale dei consumi, che crescono di un misero 0,5%, il ritmo più lento dalla crisi del 2020. Anche le esportazioni sono praticamente ferme, con un insignificante +0,4% rispetto al 2,4% della previsione precendente. Ma il vero paradosso, che ha zavorrato il calcolo del PIL, è legato alla bilancia commerciale.
L’annuncio di nuovi dazi a partire da aprile ha innescato a marzo una frenetica corsa all’importazione da parte di aziende e consumatori, nel tentativo di anticipare i rincari. Questa impennata delle importazioni, pur rivista al ribasso, ha pesantemente aggravato il deficit commerciale. Poiché una bilancia commerciale negativa è un fattore che sottrae valore al calcolo del PIL, la frenesia di acquisto si è tradotta in un boomerang contabile, contribuendo in modo decisivo alla contrazione dell’intera economia. L’import si è leggermente ridotto, dal +42,6% al +37,9%, ma questa revisione non è stata sufficiente a riaggiustare il PIL.
Il quadro è aggravato dal taglio della spesa pubblica federale (-4,6%), il più forte dal 2022. Non basta a compensare la solida crescita degli investimenti fissi (+7,6%), che da sola non riesce a trascinare in positivo un’economia chiaramente in affanno.
Ecco il relativo grafico:
Tra pochi giorni si chiuderà il secondo trimestre, quello decisivo, perché vedremo i dazi in azione e quindi non sconvolto dalla corsa all’import. Purtroppo ci sono voluti quasi tre mesi di revisioni per aver dei dati definitivi sul primo trimestre e questo pone qualche dubbio sulla capacità dell’ufficio di analisi economica del governo federale…
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