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USA: apparentemente dati ottimi, ma…..

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Questa settimana sono stati pubblicati dei dati apparentemente ottimi, ma , se guardiamo oltre, si vede qualche elemento in chiaroscuro, alcune ombre, che devono essere tenute in considerazione.

Iniziamo con i dati positivi, prima di tutto il Prodotto Interno Lordo, che cresce sopra il 3%, battendo le attese:

Le attese erano per una crescita del 2% dopo il 2,2 del trimestre precedente, ed invece il risultato è del 3,2%. La crescita è quindi ben superiore sia alle attese sia al trimestre precedente. A spingere la crescita sono i consumi retail, e questo è coerente con il dato della confidenza dei consumatori, a buoni livelli a marzo.

Dopo un rallentamento significativo a gennaio vi è stata una ripresa culminata con marzo, ma anche ad aprile il risultato è rimasto alto.

Tutto bene quindi? Non tanto, qualche segnale non positivo c’è , a livello di insolvenza delle carte di credito.

I pagamenti in ritardo, non puntuali, della carte  di credito sono aumentati rispetto trimestre precedente del 5,4% in inizio 2019. Apparentemente i punteggi FICO, cioè quelli di affidabilità dei consumatori USA, sulla base dei quali sono concesse le carte di credito, sarebbero migliorati, con 15 milioni in più sopra i 780 punti, livello per avere le carte di credito. Però questo miglioramento nel FICO non è dovuto a condizioni più affidabili, ma a cambiamenti nei criteri di valutazione. Ora i valori di sofferenza della carte sono ancora bassi, ma un segnale negativo c’è. L’economia USA è sana, ma magari meno di quanto sembri.


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