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Una diga idroelettrica divide talebani e Pakistan

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I piani dei Talebani afghani per la costruzione di una diga idroelettrica su un importante fiume dell’Afghanistan orientale hanno destato preoccupazione nel vicino Pakistan ed aumentato le tensioni fra i due paesi.

Il 18 dicembre, un portavoce del Ministero dell’Acqua e dell’Energia dei Talebani ha dichiarato che “le indagini e la progettazione del progetto sono state completate”. Matiullah Abid ha dichiarato a un programma radiofonico che la costruzione della diga sul fiume Kunar inizierà quando “saranno disponibili i fondi”.
Un ministro provinciale pakistano ha dichiarato che la decisione unilaterale dei Talebani di costruire la diga “sarà considerata un atto ostile contro il Pakistan”. Ecco l’area interessata

Jan Achakzai, ministro dell’informazione della provincia sudoccidentale del Balochistan, ha messo in guardia da “gravi conseguenze”, tra cui “un’escalation di tensioni e un potenziale conflitto”.

Un fiume importante

Il fiume Kunar, lungo 480 chilometri, nasce nelle montagne dell’Hindu Kush nel nord-est dell’Afghanistan e si fonde con il fiume Kabul prima di sfociare a valle in Pakistan.

I fiumi dell’Afghanistan sono un’importante fonte di acqua dolce per il Pakistan. Ma i due vicini non hanno mai firmato un accordo bilaterale per la condivisione dell’acqua.

Le controversie sui piani di Kabul per la costruzione di dighe sui fiumi principali, che ridurrebbero il flusso d’acqua verso il Pakistan, rischiano di essere una fonte di tensione e di conflitto tra i due Paesi.

La diga idroelettrica prevista sul fiume Kunar è l’ultimo ambizioso progetto infrastrutturale intrapreso dal governo talebano, che non è riconosciuto a livello internazionale, ma comunque governa con pugno di ferro il territorio

Secondo gli esperti, il gruppo estremista non ha le competenze e le finanze necessarie per finanziare il progetto. “La costruzione di dighe richiede conoscenze tecniche, una solida catena di approvvigionamento e molto denaro”, ha dichiarato Najib Aqa Fahim, un esperto afghano di gestione delle risorse idriche. Il governo afgano dovrebbe ottenere queste competenze esternamente.

Najibullah Sadid, un altro esperto di acqua afghano, ha affermato che la diga sul fiume Kunar è relativamente piccola e non minaccerà i flussi d’acqua verso il Pakistan.

“I funzionari pakistani stanno esagerando l’impatto della diga”, ha dichiarato a Radio Azadi. “Si tratterà di una piccola diga per la produzione di elettricità, che immagazzinerà poca acqua”. Però si tratta di ipotesi, perché per ora non si sono visti piani seri.

Gli alleati di lunga data hanno litigato a causa del presunto rifugio del gruppo estremista afghano al gruppo militante Tehrik-e Taliban Pakistan (TTP), che da anni conduce un’insurrezione contro Islamabad.

Il Pakistan è stato accusato di utilizzare tattiche di pressione per costringere i Talebani a rompere i legami con il TTP, tra cui l’espulsione di centinaia di migliaia di rifugiati afghani dal Pakistan, la chiusura di importanti valichi di frontiera e il blocco delle merci afghane in transito negli ultimi mesi.

Un problema collegato ai diritti delle donne

È passato un anno da quando i Talebani hanno vietato alle donne di frequentare tutte le università pubbliche e private dell’Afghanistan, con una mossa che ha suscitato un’ampia condanna.

Le donne afghane, parlando con Radio Azadi, hanno descritto il peso del divieto. “Quando vedo ragazzi che continuano a studiare, perdo ogni speranza e desidero non essere nata femmina”, ha detto Spozhmai, studentessa di medicina a Kabul.

Saira, studentessa di medicina nella città occidentale di Herat, ha detto che non può sopportare di vedere i suoi compagni di classe maschi laurearsi, mentre lei è stata costretta a rimanere a casa.

Perché è importante: Nonostante le crescenti pressioni internazionali, è improbabile che i Talebani annullino le loro severe restrizioni all’istruzione femminile.

Il gruppo estremista ha anche proibito alle ragazze al di sopra della prima media di frequentare la scuola.

Senza l’abolizione delle restrizioni, è improbabile che i Talebani ottengano il riconoscimento internazionale o la legittimità necessarie per ottenere gli aiuti che permetterebbero di realizzare l’opera. Quindi la minaccia, per ora, non sembra imminente, ma le cose possono sempre cambiare.


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