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Ucraina “Israele” dell’est Europa? Intanto viene dimesso il contestato ministro della difesa Reznikov

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Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov è stato dimesso dal suo incarico, ha annunciato il leader ucraino Volodymyr Zelenskyj. Reznikov era alla guida del ministero da prima dell’inizio dell’invasione su vasta scala della Russia nel febbraio 2022.

Ma nel suo discorso notturno, il presidente Zelenskyj ha affermato che è tempo di “nuovi approcci” nel ministero della Difesa.Rustem Umerov, che gestisce il Fondo del demanio ucraino, è stato nominato da Zelenskyj come successore di Reznikov. Un politico, non un esperto militare, in una posizione tecnica e scottante.

“Credo che il Ministero abbia bisogno di nuovi approcci e di altri formati di interazione sia con l’esercito che con la società nel suo insieme”, ha detto il presidente ucraino nel suo discorso dalla capitale Kiev.

I media ucraini hanno ipotizzato che Reznikov diventerà il nuovo ambasciatore di Kiev a Londra, dove ha sviluppato buoni rapporti con politici di alto livello. Non si può però nascondere che da tempo vici sulla scarsa trasparenza del ministro circolassero a Kiev e il suo vice fu costretto a dimettersi per le accuse di corruzione.

Quale potrebbe essere il nuovo approccio di cui parla Zelensky, sicuramente consigliato dagli USA? Trasformare l’Ucraina in una sorta di Israele dell’est Europa.

Ucraina Israele dell’est ?

La situazione militate in Ucriana ha un’evoluzione lentissima, con il fronte quasi stabilizzato o con combiamenti minimi. La situazione, su una scala maggiore, ricorda quella di Israele nei primi trenta anni della sua vita: un paese perennemente in guerra o in tregua armata, con ai confini paesi ostili. Questo quindi farebbe prevedere un futuro per l’Ucraina non pacifico, ma di militarizzazione permanente.

Però cosa significa per il paese un’evoluzione israeliana

  • La sicurezza prima di tutto: ogni governo israeliano promette, innanzitutto, che garantirà la sicurezza – e sa che sarà giudicato in base a questo impegno. I cittadini comuni, non solo i politici, prestano molta attenzione alle minacce alla sicurezza – sia da fonti transfrontaliere che interne – e gran parte del pubblico sceglie chi eleggere solo in base a questo parametro.
  • L’intera popolazione mobilitata: il modello israeliano va oltre la visione di Zelenskyj dei servizi di sicurezza dispiegati negli spazi civili: la maggior parte dei giovani adulti israeliani presta servizio militare e molti sono impiegati in professioni legate alla sicurezza dopo il servizio. Uno scopo comune unisce i cittadini, rendendoli pronti a sopportare il sacrificio condiviso. I civili riconoscono la loro responsabilità nel seguire i protocolli di sicurezza e nel contribuire alla causa. Alcuni addirittura si armano (anche se sotto stretta supervisione) per farlo.
  • L’autodifesa è l’unica via: se c’è un principio che anima la dottrina di sicurezza di Israele, è che Israele si difenderà da solo e non si affiderà a nessun altro paese per combattere le sue battaglie. Le tragedie della storia ebraica hanno radicato quella lezione nel profondo dell’anima della nazione. Il trauma dell’Ucraina, costretta a combattere da sola contro un aggressore più grande, rafforza una conclusione simile: non dipendere dalle garanzie degli altri.
  • Avere comunque partenariati di difesa attivi: l’autodifesa non significa isolamento totale. Israele mantiene attivi partenariati di difesa, principalmente con gli Stati Uniti, che forniscono generosa assistenza militare, ma anche con altre nazioni con cui condivide intelligence, tecnologia e addestramento. Sebbene l’Ucraina probabilmente non aderirà alla NATO in tempi brevi, può tuttavia approfondire i partenariati in materia di sicurezza con i membri dell’Alleanza e ricevere aiuti, armi, intelligence e addestramento per rafforzare la propria autodifesa.
  • Dominio dell’intelligence: fin dai suoi primi giorni, Israele ha investito profondamente nelle sue capacità di intelligence per garantire di avere i mezzi per individuare e scoraggiare i suoi nemici e, quando necessario, agire in modo proattivo per colpirli. L’Ucraina dovrà aggiornare i propri servizi di intelligence per competere con le capacità russe e assicurarsi di essere pronta a prevenire e respingere gli attacchi russi.
  • La tecnologia è fondamentale: sebbene faccia affidamento sull’assistenza degli Stati Uniti, Israele sceglie anche soluzioni tecnologiche interne per molte delle sue più grandi sfide. Le difese missilistiche e missilistiche multistrato, i sistemi anti-droni e la tecnologia di rilevamento dei tunnel sono solo esempi recenti. L’Ucraina, che già ospita brillanti menti tecnologiche, saprà quali minacce deve affrontare più di qualsiasi altro partner; investire nelle proprie soluzioni le consentirà di essere più reattivo e di adattarsi alle nuove minacce.

C’è un problema: nonostante le divisioni politiche, talvolta anche estreme, Israele è un paese estremamente coeso di fronte alle minacce esterne, che si è perfino creato una lingua quasi da zero per mostrare questa sua unicità. L’Ucraina non è né linguisticamente nè etnicamente né politicamente lontanamente simile ad Israele. Inoltre i problemi di corruzione dell’Ucraina sono profondi, e da sradicare e, per finire, comunque Israele è stata un punto di immigrazione degli ebrei di tutto il mondo per 30 anni. La popolazione ucraina è invece, in questo momento, sottoposta a una sorta di diiaspora.

Pensare di copiare modelli esterni, in questa fase, è utopistico. Un lato positivo è che però questo atteggiamento lascia trasparire che , comunque, dovrebbero finalmente esserci delle trattative, magari in inverno, prima delle elezioni sia in Russia sia in Ucriana. Se non altro le due parti ci proveranno.


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1 Commento

1 Commento

  1. Costantino Rover

    4 Settembre 2023 at 12:04

    Preferisco immaginarla come il nuovo muro di Berlino…

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