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Trump pensa a un fondo sovrano per finanziare l’estrazione delle Terre Rare

La presidenza Trump sta valutando di creare un fondo sovrano destinato allo sfruttamento delle Terre Rare. Sarebbe un grosso passo avanti nello sviluppo dell’indipendenza dalla Cina

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Washington sta valutando la possibilità di creare un fondo sovrano americano (SWF) per competere con le industrie estrattive controllate dallo Stato cinese, investendo direttamente in società minerarie nazionali ed estere, mentre l’amministrazione si affretta a raccogliere nuovi alleati nel settore dei minerali critici.

Il piano, rivelato giovedì dal segretario degli Interni Doug Burgum, che fornisce consulenza alla campagna in materia di energia e sicurezza nazionale, segnerebbe un cambiamento radicale nel modo in cui Washington sostiene lo sviluppo delle risorse. “Dovremmo acquistare azioni di queste società”, ha detto Burgum alla CNBC giovedì, citando preoccupazioni strategiche sul controllo della Cina sulla catena di approvvigionamento globale dei minerali critici.

“Dovremmo prendere parte del nostro bilancio e fare investimenti. Gli Stati Uniti potrebbero dover effettuare un “investimento azionario in ciascuna di queste società che stanno sfidando la Cina nel settore dei minerali critici”, ha affermato Burgum durante una conferenza dell’Hamm Institute for American Energy questa settimana, secondo quanto riportato dalla CNBC.

Un fondo sovrano americano sarebbe simile a quelli presenti in Arabia Saudita e Norvegia, che detengono partecipazioni significative in attività minerarie ed energetiche in tutto il mondo. Gli alleati di Trump sostengono che gli investimenti pubblici potrebbero catalizzare la sicurezza della catena di approvvigionamento degli Stati Uniti, in particolare nei settori chiave per l’energia pulita e la difesa.

L’amministrazione Trump sta promuovendo una serie più ampia di misure a favore dell’estrazione mineraria, tra cui piani per accelerare le autorizzazioni per 10 progetti minerari statunitensi nell’ambito dell’iniziativa FAST-41 e proposte per costruire infrastrutture per la raffinazione dei metalli nelle basi militari, secondo quanto riportato da Mining.com.

Lynas Rare Earths’ Impianto di Kalgoorie

Mentre i sostenitori sostengono che queste misure sono attese da tempo, i gruppi ambientalisti e i leader tribali mettono in guardia da ripercussioni ecologiche e legali, in particolare per quanto riguarda progetti controversi come quello della Resolution Copper in Arizona.

Se attuato, il fondo sovrano segnerebbe un’escalation significativa nella strategia degli Stati Uniti in materia di minerali critici, passando dal sostegno normativo all’impiego diretto di capitali sostenuti dallo Stato. Le implicazioni per le società minerarie, i mercati e la geopolitica potrebbero essere di vasta portata. Comunque un aiuto indiretto all’estrazione delle terre  rare è già in atto, con lente di finanziamento dell’import export EXIM che sta finanziando progetti di finanziamento all’estero.

Il concetto di fondo sovrano statunitense ha guadagnato slancio come strumento per migliorare la resilienza economica nazionale e gli investimenti strategici. Sebbene gli Stati Uniti non siano tradizionalmente associati ai fondi sovrani, le loro consistenti disponibilità patrimoniali, pari a circa 5,7 trilioni di dollari, costituiscono una solida base per un fondo che potrebbe contribuire a generare entrate fiscali e investimenti diretti in settori chiave come l’energia, l’estrazione mineraria e l’industria manifatturiera.


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