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Torna Nigel Farage e questa volta ce l’ha con Greta e i gretini

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Nigel Farage, il britannico a cui è stato ampiamente attribuito il merito di aver aiutato il Regno Unito alla Brexit, sta lanciando una nuova campagna per chiedere un referendum sulla politica “Net Zero” del primo ministro Boris Johnson che vuole un obiettivo di emissioni zero per il 2050.

 

Farge ha introdotto il nuovo movimento, “Britain Means Business” in  un articolo sul Mail on Sunday in cui affermava che c’è un crescente disaccordo sulle politiche ecologiche di BoJo all’interno del suo gabinetto. Nigel Farage sta lanciando un movimento politico per fare una campagna per un referendum sulla controversa politica Net Zero di Boris Johnson per decarbonizzare l’economia entro il 2050.

Nell’articolo l’ex leader del Brexit Party, unico movimento al mondo che si è sciolto per aver raggiunto i suoi obiettivi, ha annunciato che la Gran Bretagna significa affari e che, con una campagna simile a quella della brexit,  chiederà l’abbandono della politica verde che potrebbe costare 1300 miliardi di sterline

L’intervento di Farage arriva in mezzo a un crescende disaccordo nel del Gabinetto di governo per l’onere che il piano metterà su un’economia già scricchiolante sotto la pressione della crisi da 400 miliardi di sterline di Covid e un aumento dei costi energetici esacerbato dall’interruzione delle forniture di gas causata dall’invasione russa dell’Ucraina.

Farage spiega nell’articolo: “la classe politica a Westminster” ha portato il Paese su un “percorso rovinoso” impegnandosi per l’obiettivo “Net Zero” senza che si tenesse alcun dibattito pubblico.

Come accennato in precedenza, Farage e il amico e collega  Richard Tice, co-fondatore sia per “Leave Means Leave” che per “The Brexit Party”, chiedono un referendum sull’agenda verde, che hanno descritto come un atto di “spaventoso autolesionismo”. Farage è andato anche oltre, affermando che i leader britannici sono perfettamente felici di esternalizzare la base industriale del paese se ciò significa una riduzione delle emissioni di CO2.

Uno degli altri obiettivi del movimento è la campagna per la rimozione dell’IVA.

“Faremo una campagna per la rimozione dell’IVA del cinque per cento sulle bollette energetiche”.

“Le sovvenzioni verdi vengono riversate direttamente nei conti bancari di ricchi proprietari terrieri, ricchi investitori e conglomerati di proprietà straniera che possiedono gran parte del settore delle energie rinnovabili”.

Tra i ministri più scettici di BoJo c’è il cancelliere Rishi Sunak, che ha ripetutamente espresso preoccupazione per “Net Zero”, anche perchè basato sulla sovvenzione delle bollette energeriche di milioni di famiglie che il Cancelliere dello Scacchiere, il tesoro, non può reggere.

Farage ha quindi indicato il destino dell’industria carboniera britannica come un esempio delle conseguenze disastrose per l’industria causate dall’agenda verde del governo. Ora l’acciaio britannico viene prodotto con carbone importato, in un paese ricchissimo di fossile. Anche dentro il partito Conservatore è nato una forte componente che inizia ad opporsi al “Net Zero”, visto come un’operazione demagogica.


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