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SUPERMERCATI E CORONAVIRUS: LA SOLUZIONE NON E’ LIMITARE LE APERTURE, MA I CONTATTI CON I CLIENTI.

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La paura del oronavirus colpisce anche gli addetti alla distribuzione commerciale. Il recente caso di una commessa di supermercato ammalatasi e deceduta a Brescia pone in luce il rischio che corre chiunque abbia dei contatti con il pubblico.

Il problema è tutt’altro che secondario e richiede un attimo di studio per la possibile soluzione. Una delle possibilità considerate è stata quella di ridurre i tempi di apertura dei negozi e dei supermercati, riducendo addirittura l’assortimento. Si sono viste scene sinceramente ridicole, con punti vendita con parte del loro assortimento escluso per la scarsa chiarezza del DL che parla di “Negozi alimentari”, quando ormai anche una piccola o media superficie della distribuzione ha un assortimento che va al di là del semplice stretto necessario.

Questa restrizione danneggia consumatori e dettaglianti: perchè non vendere le matite, quando sono nell’assortimento? La motivazione è “Evitare che le persone stiano troppo a lungo nel punto vendita”, ma comunque, anche se dovessero comprare il latte ed il pane, dovrebbero entrare ed essere a contatto con commessi ed altri consumatori….

La soluzione non è quindi quella di escludere degli articoli dall’assoritmento, ma quella di rendere la presenza del consumatore sul punto vendita nulla , o la più breve possibile. Questo può avvenire con due forme:

  • consegna a domicilio;
  • prenotazione della spesa

Le piattaforme che gestiscono la prima soluzione (coop, esselunga etc) sono andate quasi subito in saturazione. La consegna a domicilio richiede anche lunghi tempi di consegna e quindi è un’attività che richiede un forte impegno del personale. La seconda soluzione, effettuata con forme informatiche, funzionerebbe come segue:

  1. il consumatore effettua il proprio ordine,tramite telefono, email, o piattaforma online;
  2. il punto vendita risponde comunicando i prodotti presenti, assenti, e predisponendo un’offerta della spesa, dando anche un orario per il ritiro.
  3. il consumatore accetta o rifiuta
  4. il consumatore si reca al punto vendita ritira e paga la spesa, se non già fatto online.

In questo modo, anche chiedendo di pagare in modo elettronico, o comunicando in anticipo se si ha bisogno di resto al contante, i contatti potrebbero essere minimizzati, praticamente zero, fra personale e clienti. Il sistema sarebbe utilizzabile anche da persone anziane e da piccoli negozi: nel primo caso l’ordine sarebbe telefonico, se la piattaforma di destinazione fosse della GDO la sua translazione in una scheda informatica sarebbe possibile anche tramite lavoro remoto, ed il completamento dell’ordine da parte di personale normalmente addetto all’assortimento degli scaffali o alla cassa.   Nel secondo caso invece il servizio sarebbe effettuabile tramite telefono o email.

Il sistema permetterebbe, nel caso specifico attuale, nel quale si richiede una maggiore controllo sugli spostamenti, di poter avere una prova tangibile, l’ordine, che giustifica lo spostamento del cliente. Inoltre si potrebbe anche delimitare l’area nella quale consentire gli spostamenti, ad esempio un km nella grandi città o 20 nelle aree rurali.

Chiaramente è una soluzione temporanea. Quella permanente è curare il COVID-19.


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