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Stangata Diesel Euro 5: Nord Italia rischia il Caos. Basta servilismo verso Bruxelles

Milioni di italiani del Nord a rischio blocco auto da ottobre per un diktat di Bruxelles. Governatori troppo timidi che, piegandosi alla UE, deludono gli elettori

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Mentre i palazzi della politica discutono animatamente di un terzo mandato per i governatori, una minaccia ben più grande e silenziosa si abbatte su milioni di famiglie italiane. Dal prossimo ottobre, i governatori di centrodestra di Piemonte, Lombardia e Veneto metteranno al bando i veicoli diesel Euro 5. Un’imposizione diretta dai corridoi di Bruxelles, accettata con una timidezza che sa di tradimento e che rischia di costare al centrodestra molto più di una poltrona.

Se questo blocco non viene cacellato, secondo quanto riporta La Verità, rischiano il blocco 7,6 milioni di auto fra Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna,mentre i soli diesel euro 5 sono oltre un milione. Queste auto non potranno accedere ai centri urbani con oltre 30 mila abitanti. pena multa da 168 euro la prima volta, e quindi, in caso di recidiva, multa e perdita da 5 a 10 punti della patente.

Il problema politicco che potrebbe sorgere è iuttosto chiaro, per i governatori del centrodestra: “Ma allora che li votiamo a fare?”. La decisione di Alberto Cirio, Attilio Fontana e Luca Zaia di seguire pedissequamente i “diktat green” europei lascia l’amaro in bocca. Se l’Emilia-Romagna “rossa” applica con zelo le direttive ecologiste, ci si aspetterebbe una fiera opposizione dalle roccaforti del centrodestra. Invece, il risultato è un’immobilità sconcertante che appieda quasi la metà degli automobilisti di queste regioni, circa 7 milioni di persone.

Facciamo notare che tutte le misure legislative che obbligano a questa scelta durissima, per il cittadino, sono state prese da anni. Non è un evento che accade a sorpresa, ma  l’esempio di come, in generale, si facciano leggi senza avere dei sei piani di implementazione e senza valutarne gli effetti, non solo in Italia, ma in tutta Europa. La normatva europea di riferiento è del 2008, quella italiana del 2023. Si è perso tempo, e ora, quando mancano 5 mesi al blocco, si pensa all’emergenza. Non esiste mai un politico o un giudice che si chieda “Chi Paga”, perché a pagare sono solo gli altri.

Scudo euro 5 che non potrebbe più circolare in città nel Nord Italia

Il vero nemico non è l’avversario politico interno, ma la perniciosa alleanza tra socialisti e Partito Popolare Europeo a Bruxelles, un sodalizio che partorisce norme percepite come punitive e lontane dalla realtà dei cittadini. La debolezza mostrata nell’opporsi a queste misure è la vera spada di Damocle sulla testa dei governatori. Discutere di ricandidabilità diventa un esercizio sterile se poi, nei fatti, ci si comporta come esecutori della sinistra ecologista.

Eppure le soluzioni ci sarebbero: la prima, radicale, sarebbe iniziare a disapplicare, per impossibilità reale e violazione Costituzionale, queste follie. Chi ha un diesel euro 5 viene oggettivamente esprorpiato e nessuno gli rimborsa l’auto e gliene fornisce una, la prorpietà privata non viene più tutelata, e qualcuno è ora che se ne renda conto e reagisca. Ci sono poi soluzioni meno impattanti: ad esempio si può incentivare la conversione di queste auto a metano -diesel, con abbattimento verticale delle emissioni di polvere sottili, ma questo richiede tempo. Se esistesse ancora un’azienda pubblica del settore auto si sarebbero potute studiare convenzioni per la sostituzione delle auto, ma l’Alfa Romeo è stata regalata alla Fiat40 anni fa. Ringraziamo Prodi per questo.

Mentre il vicepremier Matteo Salvini promette battaglia contro “una delle follie della Commissione Von der Leyen”, i suoi governatori sembrano aver già alzato bandiera bianca. La frustrazione cresce e il rischio è palpabile: se il centrodestra non si sveglia per difendere i propri elettori, saranno gli elettori stessi, inferociti e traditi, a svegliare i governatori nelle urne. E sarà un risveglio brutale.


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