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Analisi e studi

Spesa per l’educazione in Italia: quanto si è speso in passato e ora, e il perché della decadenza

Analizziamo la spesa pubblica in Italia per l’istruzione e la sua evoluzione negli ultimi 20 anni. Dati che potrebbero riservare delle sorprese.

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Spesso in Italia chi è all’opposzione, e fino a ieri al governo, contesta le politiche sociali del Governo Meloni. Queste non sono assolutamente  perfette, ma vederle contestate da chi ha fatto peggio è abbastanza ironico, se non peggio.

Prendiamo come esempio l’istruzione e analizziamone gli investimenti in valore assoluto, in spesa reale e in spesa nominale negli ultimi 20 anni, e tutto questo grazie all’attività di CanaleSovranista. 

Il grafico soprastante mostra l’andamento della spesa pubblica italiana in istruzione dal 2000 al 2022, corretta per l’inflazione e con il 2022 come anno di riferimento.

Analisi del grafico:

Dall’analisi del grafico emerge un quadro preoccupante:

  • Dal 2000 al 2008: la spesa in istruzione cresce costantemente, raggiungendo un picco nel 2009. Questo periodo coincide con un’epoca di crescita economica e di relativa stabilità politica.
  • Dal 2009 al 2014: la spesa in istruzione crolla drasticamente, con una leggera ripresa nel 2015. Questo periodo coincide con la grande crisi finanziaria del 2008 e con l’instabilità politica che ha caratterizzato l’Italia in quegli anni.
  • Dal 2016 al 2022: la spesa in istruzione si stabilizza su un livello inferiore a quello pre-crisi, con una leggera crescita nel 2022.

Le responsabilità della sinistra:

La sinistra italiana, che ha governato il paese per la maggior parte del periodo in esame, ha fallito nel proteggere l’istruzione dai tagli alla spesa pubblica. Le promesse di investire nel futuro dei giovani e di costruire un’Italia più competitiva si sono scontrate con la dura realtà dei tagli e delle austerity.

Le conseguenze del declino:

  • Il taglio delle risorse ha avuto un impatto negativo sulla qualità dell’istruzione italiana. Le classi sono più numerose, i docenti sono sottopagati e le infrastrutture scolastiche sono spesso obsolete.
  • L’Italia è scesa in classifica nei confronti degli altri paesi OCSE. Il nostro sistema scolastico non è più in grado di competere con quelli dei paesi più avanzati.
  • Le disuguaglianze educative sono aumentate. I figli delle famiglie più abbienti hanno accesso a una istruzione di migliore qualità rispetto ai figli delle famiglie più povere.

Conclusione:

La sinistra italiana ha tradito le promesse fatte ai giovani e al paese. Il declino dell’istruzione italiana è una conseguenza diretta delle politichedi austerità e dei tagli alla spesa pubblica. È necessario un cambio di rotta per invertire questa tendenza negativa e per garantire a tutti i cittadini italiani il diritto a un’istruzione di qualità.

La sinistra italiana ha il dovere di assumersi la responsabilità del declino dell’istruzione italiana e di impegnarsi a invertire questa tendenza negativa. Il futuro del paese dipende dalle nuove generazioni, e le nuove generazioni hanno bisogno di un’istruzione di qualità per poter costruire un futuro migliore.

Proposte per il futuro:

  • Aumentare la spesa pubblica per l’istruzione, pro capite, per singolo studente. 
  • Migliorare la qualità dell’istruzione. Differeniare i percorsi a seconda delle capacità e della volontà degli studenti stessi. Le persone non sono tutte uguali. Se tutti devono veder offerte le stesse opportunità, quindi le inclunazioni e le capacità devono essere assecondate, e la fora di volontà esaltata.
  • Reintrodurre una selettività dei percorsi

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