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Sperare nella solidarietà europea è cieca follia

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Alcune letture, da  Welt, ad Handelsblatt, a Il Giornale, mi hanno convinto due alcuni fatti:

  1. l’Europa non è solidale, non è è mai stata , non lo sarà mai, per la sua natura originaria,  e l ferocia insita nell’Europa sarà accentuata dalla crisi del Covid-19;
  2. chi pensa di fare bilanci basandosi sui fondi europei non fa altri che riempirli di debiti impliciti che, quando si sveleranno, ci metteranno di fronte ad una scelta piuttosto esplicita fra povertà permanente ed uscita dall’Euro.

Iniziamo dal primo punto. C’è una consapevolezza che la crisi COVI-19 diviiderà maggiormente l”Europa, creando un GAP fortissimo fra paesi del sud, mediterranei (e fFrancia compresa) e paesi del Nord e dell’Est, che , invece, si stanno progressivamente avvicinando al cuore della Germania. Il cuore economico dell’Europa si sposta quindi sempre più a Nord ed a Est, un processo che non c’è la volontà di invertire. Il Recovery Fund ed il MES sanitario, nati da due momenti in cui si sperava non di aiutare l’Italia ed i paesi vicini, ma di imitare la diffusione del virus lasciandoci chiusi a lazzaretto, da un lato non saranno quello che ci aspettavamo, dall’altro non saranno in grado di far superare  il gap che si sta producendo fra pesi nordici e dell’est e del sud. La cancellazione del settore turistico, il 10% del PIL mediterraneo contro meno della metà per altri paesi, non farà altro che aumentare la differenza. I Paesi nordici, che ora sono nella nostra stessa condizione per quanto riguarda la situazione Covid-19, non faranno nulla per aiutarci: il pretesto epidemico è terminato.

Il duo Gualtieri Misiani ha predisposto invece una manovra finanziaria che si appoggia pesantemente su questi fondi. Il MEF ha valutato l manovra in 40 miliardi di cui:

  • 17 sono spese che dovrebbero essere finanziate dal Recovery Fund;
  • i restanti 23 sono finanziati da maggiori entrate e maggiori debiti;
  • lo stanziamento per l Cassa Integrazione è di 5 miliardi contro i quasi 26 che si prevede di spendere per questa misura sociale;

I 17 miliardi di recovery Fund:

  1. non è detto che si realizzeranno in assoluto;
  2. assolutamente è poco probabile che si realizzeranno nel 2021.

Si tratta dell’uno per cento del PIL in più di debito, fatto nella speranza di qualcosa di indefinito. Tra l’altro gli investimenti collegati l Recovery Fund sono a bassa produttività, quindi non c’è da attendersi un particolare effetto di rilancio. Nello  stesso tempo i 5 miliardi in Cassa Integrazione sono un dato eccessivamente ottimistico, tranne che il governo non voglia far esplodere la disoccupazione a gennaio. Uno per cento in più di debito è nulla, ma diventa una tragedia se, come vuole Dombroviskis, torneranno i vincoli ed i limiti di debito e di deficit a fine 2021. Quell’uno per cento in più di debito diventerà l’ancora per l’imposizione di misure procicliche e di austerità. A quel punto o sceglieremo di andarcene o rendere permanente la nostra povertà


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