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Speranze cinesi muovono rame e azionariato orientale

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La Cina ha ufficialmente annunciato la fine delle quarantene obbligatorie per i viaggiatori dall’estero, dopo aver annunciato quella dei lockdown. In questo momento l’epidemia, malamente contenuta, imperversa, ma queste decisioni fanno sperare che si possa tornare alla normalità. Questo spinge sia i mercati finanziari cinesi, sia gli importanti mercati delle materie prime.

Iniziamo dalla borsa: lo Shanghai Composite è salito dello 0,98% per chiudere a 3.096, mentre lo Shenzhen Component ha guadagnato l’1,16% a 11.107 martedì, salendo per la seconda sessione consecutiva . Gli investitori hanno anche digerito i dati che mostrano che i profitti industriali in Cina sono scesi del 3,6% su base annua nel periodo gennaio-novembre, riflettendo le perturbazioni economiche causate dalle restrizioni Covid. I titoli immobiliari, industriali e legati alle materie prime hanno guidato la corsa, con forti guadagni da parte di Jiangsu Dagang (4,5%), SHN Zhenye (9,9%), China Southern Power (7,2%), Zhejiang Construct (7,6%) e Shandong Chiway (8,8%). Sono avanzati anche altri pesi massimi, tra cui Sungrow Power (5,8%), Xi’an Catering (10%), East Money Information (2,2%), Shenzhen Infinova (3,5%) e Tongwei (2,8%).

Non sono solo i mercati finanziari orientali ad aver risentito delle notizie cinesi. Anche le materie prime ne hanno approfittato. I futures del rame sono saliti a 3,9 dollari per libbra, il livello più alto dall’11 novembre, tra le speranze di una ripresa della domanda in Cina. Tuttavia, le preoccupazioni per la recessione globale sono aumentate dopo che le principali banche centrali hanno fornito prospettive di politica monetaria orientate a contenere l’inflazione. Inoltre le prospettive di un calo della produzione di rame in Sud America hanno continuato a destare preoccupazioni per la scarsità. La produzione del primo produttore cileno è scesa del 6,7% nei primi tre trimestri dell’anno, con le proteste nelle miniere del Perù che ne limitano l’attività. Il trader di materie prime Trafigura ha avvertito che le scorte globali di rame sono scese ai minimi storici, con le scorte attuali sufficienti a soddisfare il consumo mondiale per soli 4,9 giorni. Infine, il gigante minerario Glencore ha stimato un deficit di approvvigionamento di 50 milioni di tonnellate nel 2023. Tutto questo ha fatto riprendere il rame e potrebbe spingerne in alto il prezzo nel prossimo futuro

Anche il petrolio ha toccato gli 80 Dollari al barile prima di ritirarsi. Tutti si aspettano che, nel giro di qualche settimana, che la situazione possa normalizzarsi, con una forte ripresa dei consumi interni e della produzione inudstriale e questo fa aumentare sia il valore dei titoli sia delle materie prime. Però questa situazione deve realizzarsi e, comunque, viene controbilanciata da una crisi economica mondiale che parte dall’Occidente e che si farà sentire in tutto il mondo.

 

 

 

 

 

 


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