Esteri
Sopresa nelle Filippine: la famiglia Duterte ancora molto popolare, nonostante le accuse della Corte Penale Internazionale
Le elezioni di medio termine nelle Filippine rivelano una sorprendente forza della famiglia Duterte, con fedelissimi in testa al Senato. Un colpo per Marcos, mentre la popolarità sfida accuse e la situazione ICC di Rodrigo Duterte, e la figlia che rischia l’Impeachment. La politica filippina resta un gioco fra grandi famiglie

Le elezioni di medio termine nelle Filippine hanno riservato una secca sopresa: la famiglia dell’ex presidente Rodrigo Duterte, nonostante le accuse esterne e interne, ha dimostrato una popolarità inaspettata, ottenendo un sostegno superiore alle attese nelle cruciali corse per il Senato.
I risultati parziali e non ufficiali suggeriscono che l’esito dell’imminente processo di impeachment contro la vicepresidente Sara Duterte, figlia di Rodrigo e rivale politica del presidente Ferdinand Marcos Jr., è tutt’altro che scontato. La condanna da parte del Senato precluderebbe a Sara Duterte la corsa presidenziale del 2028; l’assoluzione la renderebbe una forte contendente.
Dodici dei 24 seggi del Senato erano in palio, con ogni elettore chiamato a scegliere fino a 12 candidati su 66. Con il 78% dei voti scrutinati, i fedelissimi di Duterte, Christopher “Bong” Go e Ronald “Bato” Dela Rosa, si posizionano rispettivamente al primo e terzo posto tra i 12 candidati più votati. Tra loro si inseriscono Paolo “Bam” Aquino (indipendente, cugino dell’ex presidente Benigno Aquino III) al secondo posto ed Erwin Tulfo (sostenuto da Marcos) al quarto. Seguono Francis “Kiko” Pangilinan (indipendente) al quinto posto.
Tra i candidati classificati dal sesto al dodicesimo posto a livello nazionale, quattro sono legati a Marcos, uno è un esplicito sostenitore di Duterte e due mostrano affinità con il campo Duterte. Questo dato è significativo, considerato che i sondaggi pre-elettorali ipotizzavano che i candidati pro-Duterte avrebbero conquistato solo due seggi. Alla fine la politica filippina sembra una sorta di lotta fra le “Grandi famiglie” che regolano il paese: i Marcos, gli Aquino e i Duterte.
Sara Duterte, pur ammettendo in una nota che i risultati senatoriali “non sono quello che speravamo”, ha espresso ottimismo per il futuro politico della sua famiglia, definendo l’esito “un nuovo inizio” e invitando all’unità per costruire una forte opposizione.
Per evitare la condanna, Sara Duterte necessita di nove voti nel Senato (composto da 24 membri). Dei 12 senatori il cui mandato non è in scadenza, due si sono già dichiarati contrari alla sua condanna, mentre gli altri 10 non si sono ancora espressi. quindi avrebbe bisogno di 7 voti per essere sicura, che non ha.
Secondo l’analista politico Richard Heydarian, citato da Nikkei Asia, se i Duterte supereranno questa fase, potranno sfruttarla come una “grande storia di rimonta“. Heydarian descrive queste elezioni come “senza precedenti”, evidenziando le crescenti tensioni tra le casate Duterte e Marcos. Suggerisce che i candidati pro-Duterte abbiano beneficiato del voto di blocco e dell’appoggio di influenti gruppi religiosi come la Iglesia ni Cristo.
La famiglia Duterte, e i suoi alleati, hanno visto un rafforzamento del sostegno, paradossalmente, dopo che l‘International Criminal Court (ICC) ha emesso un mandato d’arresto nei confronti dell’ex presidente all’inizio di marzo, accusato di crimini contro l’umanità per la sua campagna antidroga. (Nota: Rodrigo Duterte si trova detenuto in base a un mandato ICC, non sta scontando una pena carceraria nelle Filippine).
Al di là del Senato, i filippini hanno eletto anche i 317 membri della Camera dei Rappresentanti e migliaia di funzionari locali. Rodrigo Duterte stesso ha dimostrato la sua presa sull’elettorato vincendo facilmente le elezioni a sindaco di Davao City, sua roccaforte a Mindanao, nonostante la sua situazione legale legata all’ICC nei Paesi Bassi. Suo figlio Sebastian è dato per vincitore come suo vice e probabile sostituto alla guida della città. Anche l’altro figlio maggiore, Paolo “Pulong” Duterte, è in testa nella corsa per diventare deputato del primo distretto cittadino, mentre i nipoti Omar e Rigo dovrebbero vincere rispettivamente le elezioni per il Congresso e il consiglio comunale. A Mindanao la politica resta una cosa propria della famiglia Duterte.
Le elezioni di medio termine si sono svolte in modo generalmente pacifico, sebbene si siano registrati alcuni isolati episodi di violenza legata al voto, con un bilancio di otto morti tra domenica e lunedì.
Il risultato sottolinea come la politica di un grande paeseasiatico come le Filippine rimanga comunque una lotta fra potenti famiglie e che la Corte Penale Internazionale (ICC) in ealtà abbia dato un’aurea di perseguitato politico a Duterte, facendone una vittima dei poteri forti internazionali e rendendolo perfino più popolare.
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