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Difesa

Somalia. nel mezzo di scontri brutali l’Italia invia una trentina di vecchi blindati

Il conflitto somalo si intensifica: l’Italia invia vecchi blindati PUMA mentre Al-Shabaab avanza e la missione di pace africana collassa. Dramma, intrighi e pericoli per la stabilità regionale.

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La Somalia, ex colonia italiana, si trova a viviere un 2025 molto complesso, dopo l’inizio dell’offensiva “Shabelle” dei ribelli nello scorso febbraio che ha messo alle strette le forze del governo legittimo e le milizie che lo appoggiano, oltre che le forze dell’Unione Africana e USA giunte in assistenza.

La Somalia è un bollente crocevia di conflitti, dove la lotta incessante contro i gruppi estremisti come Al-Shabaab e ISIS-Somalia definisce la quotidianità. Il periodo tra il 28 giugno e il 5 luglio 2025 ha dipinto un quadro crudo di questa battaglia. Le forze somale, pur ottenendo vittorie tattiche significative, come l’eliminazione di un temibile comandante di Al-Shabaab, Abdi Jabbar, specializzato in esplosivi e responsabile di devastanti attacchi, rimangono tragicamente dipendenti dall’aiuto internazionale.

Gli attacchi aerei statunitensi di AFRICOM sono una costante, martellando le posizioni militanti e cercando di scompaginare le loro reti. Eppure, Al-Shabaab, in una mossa spregiudicata, ha lanciato l'”Offensiva Shabelle 2025″ o “Operazione Ramadan”, puntando a riconquistare territori e persino a stringere la morsa attorno alla capitale, Mogadiscio. Questa offensiva è una diretta e brutale risposta alle percepite debolezze della missione di pace dell’Unione Africana, AUSSOM, che sta affrontando una crisi finanziaria spaventosa.

La AUSSOM, erede della precedente missione ATMIS, è sull’orlo del baratro. Con un deficit di finanziamento sbalorditivo e arretrati milionari da saldare, la sua capacità operativa è minata alla radice. L’Unione Europea, storicamente un pilastro di supporto, sembra ora volgere le spalle, riducendo drasticamente i fondi a causa di “mutevoli priorità geopolitiche”, mentre li USA, che sono intervenuti direttamente sia a febbraio sia a giugno, sono però meno generosi finanziarimente. Recentemente  un tragico incidente ha visto un elicottero della AUSSOM schiantarsi a Mogadiscio, causando morti e feriti e facendo esplodere munizioni a bordo: un simbolo doloroso delle precarie condizioni in cui operano queste forze.

Quindi, vista la situazione, ogni aiuto è ben gradito dalle forze somale, e l’Italia ha pensato di contribuire con un po’ di mezzi blindati non  di primo pelo.

Puma 4×4 in livrea ONU, da Iveco

Il Regalo dell’Italia: una trentina di buoni, ma vecchi, blindati per un conflitto senza fine?

In questo scenario l’Italia decide di inviare un po’ di mezzi blindati vecchiotti, ma sempre buoni: l’Italia si prepara a inviare una trentina di vecchi blindati PUMA 4x4 alle forze armate somale. Questi veicoli, pur essendo stati progettati per la difesa e il supporto, sono stati ufficialmente dichiarati “obsoleti” dall’Esercito Italiano, risalendo agli anni ’90 e non rispondendo più alle “moderne esigenze operative“. Il loro ritiro dal servizio attivo è stato motivato dalla “mancanza di capacità di protezione adeguate alle minacce attuali”, che, tradotto per i non militari, significa che

L’Italia, tramite un decreto governativo, cederà questi blindati a titolo gratuito, un “regalo” di materiali di armamento dichiarati superati. Le Commissioni Affari Esteri e Difesa della Camera dei Deputati hanno dato il loro benestare, invocando il codice dell’ordinamento militare e una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che revoca l’embargo sulla vendita di armi alla Somalia.

Mezzi non iù ritenuti ideonei in Europa quindi vanno a finire la loro vita in Africa, in un ambiente di combattimento molto duro.  La speranza è che, nonostante la loro “obsolescenza”, possano comunque fornire un margine di protezione vitale alle forze somale che combattono in prima linea, in un conflitto che sembra non conoscere fine. Vecchio è meglio che niente, ma sarà abbastanza?


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