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Politica

New York al bivio: un socialista di 33 anni, grazie ai disastri di Cuomo, può prendersi la città. E Wall Street trema.

A New York, il socialista 33enne Zohran Mamdani sfida Andrew Cuomo per la poltrona di sindaco. Con un programma massimalista, la sua ascesa è spinta dagli scandali di Cuomo e spaventa l’élite finanziaria. gli USA pronti per la svolta ?

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Wall Street ha un nuovo nemico, e non è un magnate rivale o un regolatore federale. È un quasi sconosciuto socialista democratico di 33 anni, Zohran Mamdani, che punta a diventare sindaco di New York. La sua incredibile ascesa, che sta terrorizzando l’élite finanziaria della città, è la diretta conseguenza dei pasticci e degli scandali che hanno travolto il grande favorito, l’ex governatore Andrew Cuomo, trasformando le primarie democratiche in un’imprevedibile resa dei conti tra Davide e Golia.

Mentre Cuomo, un nome storico della politica newyorkese, sembrava destinato a una facile vittoria, la sua campagna è stata azzoppata dal peso del suo passato. Costretto alle dimissioni da governatore nel 2021 a seguito di molteplici accuse di molestie sessuali (che lui nega), Cuomo rappresenta quell’establishment che una parte crescente dell’elettorato democratico non tollera più. E in questa crepa si è inserito con forza Mamdani, deputato statale del Queens, armato di un programma a dir poco massimalista, almeno nell’ottica americana.

Un programma che fa sognare i giovani socialisti e terrorizza gli investitori

Il programma di Mamdani è un manifesto che cozza frontalmente non solo con l’establishment di New York, ma con la linea politica prevalente nel resto degli Stati Uniti. Le sue promesse includono:

  • Aumento delle tasse sui ricchi per finanziare un welfare molto più diffuso.
  • Autobus e asili nido completamente gratuiti per tutti i residenti.
  • Creazione di una catena di supermercati di proprietà della città per calmierare i prezzi.
  • Aumento del salario minimo a 30 dollari l’ora entro il 2030 (quasi il doppio dell’attuale).
  • “Congelamento” degli affitti per oltre un milione di inquilini in case a canone calmierato.

Proposte che, se da un lato infiammano la sua base di giovani elettori (un sondaggio Marist gli attribuisce il 52% dei consensi tra gli under 45, contro il 18% di Cuomo), dall’altro sono viste come un incubo da Wall Street. “La possibilità che Zohran vinca è spaventosa. Svuoterà la città”, ha dichiarato un gestore di hedge fund al Financial Times.

Il sostegno finanziario ai due candidati evidenzia questa spaccatura. Entrambi hanno raccolto circa 8 milioni di dollari tramite donazioni individuali e fondi pubblici. Ma i sostenitori di Cuomo, tra cui miliardari come l’ex sindaco Michael Bloomberg (8.3 milioni di dollari) e il finanziere Bill Ackman (500.000 dollari), hanno ammassato la cifra senza precedenti di 27 milioni di dollari attraverso i Super PACs. Al contrario, la campagna di Mamdani si basa su oltre 21.000 piccoli donatori, il 75% dei quali ha contribuito con meno di 100 dollari. Siamo veramente all’opposizione fra un pugno di ricchi che governa il partito Dem e la base del partito, quella vera.

Comunicazione Social di Mamdani

Dalla parte dei “diseredati” o solo senza esperienza?

Figlio della celebre regista indiana Mira Nair e di un accademico ugandese-indiano della Columbia University, Mamdani ha costruito la sua popolarità su una campagna social aggressiva e un’imponente operazione porta a porta, con oltre 46.000 volontari che avrebbero bussato a un milione di porte. Il suo messaggio è semplice e diretto, come dimostra un video virale in cui, prima di tuffarsi nelle acque gelide di Coney Island, dice alla telecamera: “Sto congelando i vostri affitti”.

Tuttavia, i critici, sia democratici che repubblicani, sottolineano la sua totale mancanza di esperienza amministrativa. “Questo ragazzo è pieno di belle idee, i miei figli lo adorano, ma non è serio”, ha commentato un importante avvocato d’affari. “Tutto ciò che propone richiederebbe un aumento delle tasse che semplicemente non avverrà. E poi ha zero esperienza, non ha mai gestito nulla”.

Anche le sue proposte più iconiche vengono messe in discussione. Il blocco degli affitti, secondo i critici, disincentiverebbe i proprietari a coprire i costi di manutenzione, lasciando migliaia di appartamenti sfitti e peggiorando la crisi abitativa. La sua passata retorica sul “definanziare la polizia”, che ha portato a tagli di un miliardo di dollari al budget della NYPD nel 2020 con una conseguente riduzione del personale ai minimi dal 1990, oggi è stata ammorbidita in un più cauto “non taglierò i fondi”, ma si rifiuta comunque di assumere nuovi agenti, e la città si sente meno sicura.

Il vero scontro per l’anima del Partito Democratico

La debolezza di Cuomo è il miglior alleato di Mamdani. In un recente dibattito, l’attacco più efficace del giovane socialista è stato un semplice e devastante: “Signor Cuomo, io non ho mai dovuto dimettermi per la vergogna”.

Le primarie di martedì prossimo, con il loro sistema di voto a scelta classificata (ranked-choice), diventano così un segnale cruciale per il futuro del Partito Democratico. Non si deciderà solo il prossimo sindaco della città più importante d’America, ma si capirà chi comanda oggi nel partito: i politici veterani e moderati sostenuti dall’elettorato più anziano o i giovani socialisti, popolari tra i laureati progressisti, pronti a una rottura netta con il passato.

Una vittoria di Mamdani, resa possibile dai fallimenti del suo avversario, potrebbe costringere i Democratici a fare i conti con un’ala massimalista sempre più ingombrante e potenzialmente ingestibile su scala nazionale. E, con un tocco di ironia, potrebbe essere proprio il vituperato Cuomo a regalare a New York il suo primo sindaco socialista, oppure un nuovo sindaco Repubblicano…


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