Economia
Gas Russo: La Slovacchia fa marcia indietro e riapre i rubinetti di Gazprom con la ricca deroga UE
La Slovacchia ottiene una deroga UE e torna ad aumentare le importazioni di gas russo da Gazprom fino al 2027. Scopri le implicazioni di questa mossa controversa che rivela le debolezze delle sanzioni europee.

Il governo slovacco sta pianificando di aumentare le importazioni di gas russo tramite gasdotto grazie a una deroga temporanea concessa dall’UE, cancellando così i precedenti impegni di eliminare gradualmente le forniture energetiche russe con una mossa controversa, in un contesto di crescente repressione dei combustibili fossili russi in tutto il blocco. La deroga consente a Bratislava di continuare ad approvvigionarsi da Gazprom fino al 2027, in linea con un contratto a lungo termine che scade nel 2034.
La decisione arriva dopo che il primo ministro slovacco Robert Fico ha revocato il suo veto sul nuovo pacchetto di sanzioni dell’UE contro la Russia, che include un nuovo tetto al prezzo del petrolio e liste nere di ampia portata. Durante i negoziati, l’UE ha accettato garanzie sulla sicurezza energetica e un rinvio della graduale eliminazione del gas russo per la Slovacchia, che secondo Fico era essenziale per proteggere l’industria pesante da costi proibitivi.
Il più ampio 18° pacchetto di sanzioni dell’UE ha ridotto il tetto massimo del prezzo del petrolio russo da 60 a 47,60 dollari al barile, ha imposto ulteriori restrizioni alle banche e alle flotte ombra e ha vietato i prodotti petroliferi raffinati dal greggio russo, indipendentemente dalla loro origine, bloccando gli investimenti nel Nord Stream.
La Slovacchia rimane dipendente dal gas russo per circa il 40% del suo consumo interno e per quasi tutto il volume di transito (tramite TurkStream) verso altri paesi dell’Europa centrale, il che complica il disaccoppiamento.
In precedenza, Bratislava aveva appoggiato una proposta dell’UE per eliminare gradualmente tutti i nuovi contratti di gas con la Russia entro il 2028. Ora ha ottenuto una deroga fino al 2027 e meccanismi finanziari per attenuare l’impatto sulle industrie colpite dalle interruzioni delle forniture.
Lo stallo di Fico con Bruxelles rivela anche una più profonda debolezza istituzionale nel regime sanzionatorio dell’UE, perché significa che ogni singolo Stato membro può ritardare o indebolire l’azione collettiva o richiedere delle esenzioni totali. Gli analisti sostengono che questo difetto strutturale rende il blocco vulnerabile alla leva politica dei governi disposti a scambiare il consenso con deroghe.
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