Attualità
SIATE CONTROLLO NEI VOSTRI PARTITI (DI JACOPO CIONI).
Il mezzo di comunicazione più gettonato per chi aggregandosi porta avanti le proprie idee è il web, in particolare i social tipo facebook dove c’è la possibilità di scambiare idee, posizioni, confronti. E’ la forma alternativa al bar di un tempo e racchiude il grande svantaggio dell’assenza del contatto fisico, umano, ma anche il grande merito di mettere giornalmente in contatto persone anche lontane.
Tutto ha pregi e difetti.
Uno dei grandi pregi a mio parere è il tempo di riflessione, il dialogo necessita di una preparazione profonda, lo scritto offre tempi di respiro più ampi e permette di analizzare e approfondire quello che si scrive. Talvolta questo pregio è perso a favore di risposte immediate che lo fanno avvicinare più ad un dialogo serrato.
Per esempio. Pubblicato questo post:
“Buon Sabato.
Ricordo l’incontro di oggi pomeriggio “Difendiamo la Costituzione del ’48” in cui interverrà anche Marco Mori e ci sarà la gradita presenza di Povia. Partecipate! Apericena offerto alle 19.00! “
ho avuto una risposta immediata e repentina:
“Ma chi cazzo sei per difendere la costituzione… E da chi…? Eh?”
Ora, considerando che le riforme costituzionali in atto sono argomento di discussione giornaliero in previsione del referendum di Ottobre è ovvio che si svolgeranno dibattiti ed incontri con scontro fra le parti. Ci saranno i fautori del SI e quelli del NO che si scontreranno verbalmente e non solo. Quello che però non ha senso è che qualcuno si domandi con che diritto se ne parli.
Comprendo che in uno Stato dove è cessata la Democrazia si derivi anche nei comportamenti, si assuma atteggiamenti consoni a zittire chi vorrebbe dibattersi ancora in un campo democratico, fa parte intrinsecamente dello stato dittatoriale, ma affermazioni come la suddetta dovrebbero essere condannate a priori anche dagli stessi fautori di idea contraria perchè un domani sarà arma anche contro loro stessi.
Questa citazione «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo», che qualcuno attribuisce a Voltaire ed altri a Evelyn Beatrice Hall è spesso usata, a ragione, per far comprendere le basi della vita democratica. Sottolineare che qualcuno non ha diritto ad esprimersi significa essere ormai parte integrante di una dittatura strisciante e spesso misconosciuta.
La mia risposta è stata:
“Come diceva Calamandrei sono, siamo, parte della stessa Costituzione e abbiamo il diritto e soprattutto il dovere di difenderla. Semplicemente un italiano, ed è curioso che susciti sorpresa un atto che è dovuto alla nostra Carta Costituzionale.”
Mi sono però subito reso conto che era insufficiente, non abbastanza prolissa per far capire l’entità del baratro di chi istintivamente scrive certe opinioni, suo diritto, ma obbrobrioso dal punto di vista dell’onestà intellettuale.
Nei giorni scorsi un post su Di Maio ha innescato una reazione di massa che mi ha impegnato per 12 ore nelle risposte, non ho voluto cedere e ho risposto ad ogni singolo attacco, come un bimbo forse, ma con la consapevolezza che ogni attacco era personale.
Per abbattere l’interlocutore c’è stato un tifo che si esprimeva anche con violenza tralasciando in ogni commento il fulcro del post stesso. Non si attaccava sugli argomenti, dibattendoli, ma sul fatto che era stato scritto il post e che lo scrivente era un semplice sovversivo rispetto alla certezza della bontà di Di Maio.
Questo è assurdo perchè se nella lotta politica ha un senso sostenere il partito che meglio rappresenta le tue idee è profondamente sbagliato non essere il controllore costante dello stesso partito. Guardate a cosa è ridotto il PD, dove è evidenza che la base, o la maggior parte di essa, vota per abitudine e partito preso. Se le persone si soffermassero a guardare chi sono gli eletti, quanti sono indagati, le idee liberiste che portano avanti, la consegna del paese ad il liberismo finanziario più sfrenato, e ricordo che il liberismo è per definizione un’assenza di protezione per le persone, per il popolo, non solo non lo voterebbero, ma lo combatterebbero a spada tratta.
Bellissima al riguardo la frase di Marco Mori:
“Il neoliberismo non è una visione dell’economia, ma è solo un modello criminale.
Se non siete tra l’1% dei ricchissimi e lo difendete, siete affetti da sindrome di Stoccolma.”
Le persone che votano PD oggi sono le stesse che votavano PCI qualche annetto addietro ed è incredibile che queste stesse persone, che credevano in certi valori, riescano ad identificarsi con l’attuale direzione del PD. Loro, abitudinari del voto e nel tifo, hanno permesso la devianza del loro partito. Lo stesso accade attualmente nel M5S, l’eccesso di tifo e l’assenza della critica interna lo sta distruggendo.
Il mio invito ad essere controllori di chi vi rappresenta vuole essere un monito a comprendere che solo con quel voto potete controllarli e non a caso la deriva è togliere la possibilità di esprimerlo quel voto o addirittura di inficiarlo con brogli e trucchetti psicologici di massa. Eliminare il Senato dalla tagliola del vostro voto è un modo per depotenziarvi, firmare dei trattati che vi permettono di scegliere solo uno dei 14 organi che gestiscono l’Europa è un modo per depotenziarvi. Riflettete su questo e diverrà gioco forza comprendere che è assurdo parteggiare per chi vi sta depotenziando sempre di più ogni giorno che passa.
Ci siamo arrivati alla fine, difendete la vostra Sovranità o quello che ne rimane, lottate per riottenerne il controllo che è stato ceduto, siate vigili nei partiti e movimenti che caldeggiate, siate attivisti ma anche controllori e non abbiate timore a fare marcia indietro se comprendete che verso l’abisso vi sta portando.
Chi vi raccontava che la nostra Costituzione è la più bella del mondo e che va difesa ad oltranza e poi la modifica non per aumentare la Sovranità del popolo, ma per ridurla, sbracciandosi per dire che le modifiche sono belle e giuste vi sta ingannando fermatevi e riflettete, qualcosa non torna!
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Jacopo Cioni
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