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Shell pensa di abbandonare la borsa di Londra e spostare la quotazione negli USA

La multinazionale Shell sta valutando di lasciare la borsa di Londra per New York, perché le politiche ambientali non premiano la quotazione della multinazionale del gas e petrolio sui mercati europei

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La Multinazionale petrolifera olandese Shell sta valutando di spostare la sua quotazione dalla Borsa di Londra (LSE) alla Borsa di New York (NYSE), come ha riferito lunedì il Telegraph, citando l’amministratore delegato della società.

Secondo il quotidiano britannico, Shell sta valutando “tutte le opzioni”, poiché si lamenta della sottovalutazione della borsa di Londra.
Da un anno all’altro, le azioni di Shell PLC sono in rialzo dell’8,68% a 71,63 dollari. La scorsa settimana, Shell ha dichiarato di aspettarsi che la produzione di gas naturale del primo trimestre superi le previsioni, anche se ha avvertito che gli utili saranno probabilmente inferiori a quelli del quarto trimestre del 2023.

Javier Blas per Bloomberg ha notato lunedì che dopo la Brexit, la rottura del Regno Unito con l’Unione Europea, “Londra è preoccupata per il suo ruolo in declino nella finanza globale”, che è emerso chiaramente dopo che il NASDAQ ha battuto il LSE l’anno scorso per l’offerta pubblica iniziale del produttore di chip Arm Ltd di SoftBank.

Il problema più grande, scrive Blas, è l’attacco dell’Europa ai combustibili fossili, che ha creato quella che lui chiama “apatia degli investitori” per le supermajor come Shell, il membro più importante dell’indice FTSE 1000 del LSE.

Se Shell lascia l’LSE, potrebbe provocare un esodo e mettere a disagio l’altra multinazionale quaotata a Londra,  BP, e il trader di materie prime Glencore, sottolinea Blas.

Il periodo di Shell al LSE potrebbe peggiorare in termini di apatia degli investitori, dopo l’annuncio di una settimana fa di aver rivisto i suoi obiettivi climatici nella “Shell Energy Transition Strategy 2024”, la sua prima revisione dal 2021.

L’obiettivo per il 2030, che prevedeva una riduzione del 20%, è stato abbassato al 15-20% e l’obiettivo di intensità di carbonio aziendale per il 2035 è stato “ritirato”. Alcuni commentatori hanno notato che Shell sembra fare marcia indietro rispetto ai suoi precedenti impegni ambientali, il che potrebbe avere un impatto a Londra.

Come riportato da Oilprice.com una settimana fa, Shell continua a considerare il gas naturale come un aspetto chiave della transizione energetica, in particolare perché sostituisce sempre più il carbone come combustibile per le caldaie, e il supergigante vede la flessibilità delle risorse di gas come un complemento alla crescita delle energie rinnovabili.

Altre multinazionali energetiche come ENI sono quotate su più mercati, quello nazionale e quello di New York, proprio per ottenere il meglio da entrembe i mercati. Comunque l’ossessione per il conntrollo climatico dei media europei sta diventando un problema che zavorra interi settori industriali del Vecchio Continente.


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