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Sei grandi banche USA sotto inchiesta per le politiche di investimento”Verdi”. Gli USA non si lasciano distruggere dagli estremisti
La scorsa settimana una coalizione di 19 procuratori generali statali di tutti gli USA ha avviato un’indagine formale su sei grandi banche statunitensi, citando preoccupazioni legali sugli investimenti “ESG”, “Verdi” e “Socialmente corretti”, delle banche e sul loro coinvolgimento in un’alleanza delle Nazioni Unite che combatte le emissioni di CO2.
Le banche “sembrano colludere con le Nazioni Unite per distruggere le aziende americane” e minare gli interessi della nazione, ha avvertito uno dei procuratori in una dichiarazione inviata via e-mail a The Epoch Times.
Un altro pubblico ministero ha sostenuto che queste politiche bancarie ispirate dall’ONU hanno come conseguenza l’invio di posti di lavoro nella Cina comunista, dove il regime continua a costruire centrali elettriche a carbone per garantire energia affidabile e a basso costo.
La nuova indagine è l’ultima salva da parte degli Stati a guida repubblicana in un contesto di crescente preoccupazione a livello nazionale per le politiche “carovita” delle istituzioni finanziarie e di altri potenti interessi commerciali.
I vari procuratori generali che hanno parlato con The Epoch Times dell’indagine hanno dichiarato che il loro compito è quello di far rispettare le leggi sulla protezione dei consumatori e di proteggere i cittadini dei loro Stati da attività potenzialmente illegali da parte delle aziende.
In particolare, i funzionari stanno indagando sul coinvolgimento delle banche nella controversa United Nations Net-Zero Banking Alliance (NZBA). La rete globale di banche, convocata e supervisionata dalle Nazioni Unite, si impegna a eliminare le emissioni dei cosiddetti “gas serra” entro il 2050 trasformando le proprie pratiche di prestito e investimento.
Numerosi procuratori legali hanno lanciato l’allarme sul coinvolgimento delle Nazioni Unite nel colpire le industrie americane più importanti, in quanto le banche cedono la loro influenza politica all’organizzazione globale.
I massimi responsabili delle forze dell’ordine del gruppo di Stati a maggioranza repubblicana hanno dichiarato di avere motivo di credere che le banche oggetto dell’indagine abbiano accettato di allineare i loro investimenti e il loro portafoglio di prestiti agli obiettivi delle Nazioni Unite in materia di emissioni.
Gli obiettivi, delineati nell’Accordo di Parigi delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, richiedono una trasformazione dell’economia che si allontani dalle fonti energetiche tradizionali. I leader governativi e aziendali dei Paesi sviluppati, tra cui gli Stati Uniti e l’Europa occidentale, hanno concordato di perseguire riduzioni significative di CO2.
L’effetto di queste politiche, hanno avvertito le autorità giudiziarie, sarebbe quello di privare le industrie chiave del credito, in particolare le aziende dei settori dell’energia e dell’agricoltura che sono fondamentali per la prosperità e persino per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Tra le banche sottoposte all’esame dei vertici legislativi dei rispettivi Stati vi sono Bank of America, Wells Fargo, Morgan Stanley, JPMorgan Chase, Goldman Sachs e Citigroup.
La scorsa settimana sono state notificate a tutte le società richieste di indagini civili, che fungono essenzialmente da mandato di comparizione, in cui si chiede di consegnare i documenti relativi al loro coinvolgimento nell’NZBA.
Le banche devono anche fornire i documenti relativi a tutte le “Iniziative globali per il clima” a cui partecipano e a come questi programmi sostenuti dalle Nazioni Unite vengono incorporati nelle loro attività, come risulta dalle richieste investigative civili esaminate da The Epoch Times.
Inoltre, alle banche viene chiesto di fornire dettagli sul coinvolgimento dei loro amministratori delegati nel processo e su come sono state prese le decisioni.
Sotto esame sono anche le azioni bancarie relative agli investimenti “ambientali, sociali e di governance” (ESG). Queste controverse metriche prendono in considerazione le politiche ambientali e sociali nel prendere le decisioni aziendali, piuttosto che le tradizionali metriche di rischio e rendimento.
Secondo i critici, gli investimenti ESG vengono utilizzati per imporre agli americani idee impopolari ed economicamente dannose, costringendo le imprese di tutta l’economia ad adottarle. Il termine viene sempre più spesso collegato dagli oppositori a una mentalità “woke”, a idee di “giustizia sociale” e a politiche di sinistra radicale.
Ricordiamo che negli USA i procuratori sono eletti dal popolo a cui rispondono. Questo significa che non rispondono, come in Europa, ad un ente esterno non eletto, ma direttamente ai cittadini. Questo li rende veramente sensibili alle ricadute economiche e politiche delle politiche “Verdi” imposte dall’alto. Ora vanno dalle banche a chiedere di rendere conto….
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