Scienziati cinesi scoprono minerali lunari ricchi di acqua

In un passo importante per determinare la possibilità di vita sulla Luna, gli scienziati cinesi hanno dichiarato di aver scoperto per la prima volta molecole d’acqua nel suolo lunare.

Gli scienziati hanno affermato di aver trovato un minerale idrato “arricchito” di acqua molecolare in campioni di suolo lunare riportati dalla missione cinese Chang’e-5 nel 2020.

Gli scienziati dell’Istituto di fisica dell’Accademia cinese delle scienze (CAS), che hanno condotto questa ricerca, hanno affermato che il cristallo minerale non identificato, chiamato minerale lunare sconosciuto (ULM-1), è ricco di molecole di acqua e ammoniaca.

Capire ULM-1

Gli scienziati hanno affermato che ULM-1, trovato sulla superficie lunare, è un minerale ricco di acqua e ammonio con la formula (NH4, K, Cs, Rb)MgCl3-6H2O.

Secondo la ricerca, la formula molecolare del minerale comprende ben sei acque cristalline, con molecole d’acqua che costituiscono il 41% del campione in massa.

La struttura e la composizione del minerale ricordano da vicino la novograblenovite, un minerale terrestre da fumarola formatosi dalla reazione del basalto caldo con i gas vulcanici ricchi di acqua, e la carnallite, un minerale terrestre da evaporite.

“Sulla base delle composizioni chimiche e isotopiche e delle condizioni di formazione, escludiamo la contaminazione terrestre o lo scarico dei razzi come origine di questo idrato”, hanno dichiarato gli scienziati.

La presenza di ammonio indica una storia più complessa del degassamento lunare e sottolinea il suo potenziale come risorsa per l’abitabilità lunare.

“I nostri risultati suggeriscono anche che le molecole d’acqua possono persistere nelle aree lunari illuminate dal sole sotto forma di sali idrati, fornendo vincoli cruciali sulla fugacità del vapore acqueo e dell’ammoniaca nei gas vulcanici lunari”, hanno aggiunto gli scienziati.

Luna arida – un concetto del passato

Quando la missione Apollo degli Stati Uniti portò per la prima volta l’uomo sulla Luna negli anni ’60, i ricercatori ebbero l’opportunità di cercare direttamente sulla superficie lunare i segni dell’acqua.

Le prime analisi dei campioni di suolo furono deludenti e portarono all’idea prevalente di una “Luna arida”. L’acqua lunare non fu più presa seriamente in considerazione per decenni.

Secondo un articolo pubblicato su Nature Astronomy, i progressi della tecnologia, come le tecniche di microanalisi e il telerilevamento, hanno recentemente messo in discussione il concetto di Luna secca.

Nel 2009, la sonda Chandrayaan-1 dell’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale ha rilevato segni di minerali idrati, come molecole di ossigeno e idrogeno, in aree della Luna illuminate dal sole.

Nel 2020, la NASA ha annunciato la scoperta di acqua sulla superficie illuminata dal sole della Luna. La scoperta si basava sui dati dell’Osservatorio Stratosferico per l’Astronomia Infrarossa, che ha rilevato molecole d’acqua nel cratere Clavius.

Il cratere Clavius è uno dei più grandi crateri visibili dalla Terra nell’emisfero meridionale della Luna.

Tuttavia, l’assenza di campioni lunari restituiti dalle alte latitudini e dalle regioni polari significa che “non è stata determinata né l’origine né l’effettiva forma chimica dell’idrogeno lunare”, come si legge nell’articolo di Nature.

Il team dello scienziato planetario dell’Università delle Hawaii, Shuai Li, ha scoperto nel 2018 la prova definitiva della presenza di riserve di ghiaccio d’acqua lunare.

Li spiega che le agenzie spaziali devono superare diversi ostacoli importanti per attingere alle vaste risorse idriche della Luna.  Li ha spiegato che l’importanza della formazione di acqua lunare va oltre la semplice conferma della presenza di acqua che può essere utilizzata per futuri habitat.

“L’acqua è uno dei pochi costituenti della superficie lunare che può aver registrato i processi di formazione ed evoluzione lunare”, ha spiegato Li.