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Russia: Novatek ripara i danni dei droni ucraini e riprende parzialmente le esportazioni. Quali sono le conseguenze sul mercato?

L’impianto energetico russo di Ust-Luga riparte solo a metà dopo l’attacco ucraino, ma la vera minaccia per Mosca è un’altra: il rischio di una crisi interna del carburante e il blocco totale delle esportazioni.

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La normalità, in tempi di guerra, è un concetto piuttosto relativo. Ne sa qualcosa la Novatek, uno dei colossi energetici russi, che ha finalmente riavviato una seconda unità del suo complesso di Ust-Luga, un porto strategico sul Mar Baltico. L’impianto era stato danneggiato circa un mese fa da un attacco di droni ucraini, l’ennesimo segno che il conflitto si combatte non solo al fronte, ma anche e soprattutto sulle infrastrutture che alimentano l’economia e la macchina bellica di Mosca.

La ripartenza è però solo parziale e arriva dopo un mese di lavori febbrili. Durante questo periodo, per non fermare completamente il flusso, Novatek è stata costretta a dirottare circa 70.000 tonnellate di condensato di gas verso il porto di Novorossijsk, sul Mar Nero. Un’operazione logisticamente complessa e costosa, che la dice lunga sull’impatto di questi raid mirati.

L’attacco di fine agosto non è stato un evento isolato. Si è trattato del secondo colpo andato a segno quest’anno contro lo stesso hub di Ust-Luga, già colpito a gennaio. L’ultimo raid ha danneggiato tutte e tre le unità del complesso, provocando un incendio che ha bloccato le operazioni per diversi giorni. La situazione nel dettaglio è la seguente:

  • Una prima unità ha ripreso a funzionare pochi giorni dopo l’attacco.
  • La seconda unità è quella che ha ripreso le operazioni solo ora, dopo circa un mese.
  • La terza unità, quella più gravemente danneggiata, potrebbe richiedere fino a sei mesi di riparazioni, secondo fonti di mercato citate da Reuters.

Parliamo quindi di una ripartenza a singhiozzo, una vittoria a metà per i tecnici russi. Il complesso di Ust-Luga è un nodo cruciale per l’export di Mosca, dove il condensato di gas stabile viene trasformato in prodotti ad alto valore aggiunto come nafta leggera e pesante, carburante per aerei, gasolio e olio combustibile. Ogni giorno di fermo rappresenta un danno economico e un grattacapo per la catena di approvvigionamento.

Ma la vera notizia, quella che dovrebbe preoccupare il Cremlino più dei singoli danni, è l’effetto a catena che questa strategia ucraina sta provocando. Gli attacchi sistematici alle raffinerie e ai terminal russi stanno iniziando a creare delle vere e proprie carenze di carburante sul mercato interno. La situazione è talmente seria che Mosca sta considerando di estendere il divieto di esportazione della benzina, già in vigore, e di introdurre un nuovo blocco per le esportazioni di diesel.

Insomma, mentre al fronte si combatte con i carri armati, la guerra economica si gioca sui terminal e sulle raffinerie. L’Ucraina ha capito che colpire l’infrastruttura energetica russa è un modo efficace per danneggiare il nemico su due fronti: riducendo le entrate derivanti dall’export e creando malcontento interno per la mancanza di carburanti. La ripartenza di un’unità a Ust-Luga è una buona notizia per Novatek, ma la partita strategica è ancora tutta da giocare.

porto di Ust Luga

Domande e Risposte

1) Perché il porto di Ust-Luga è così strategicamente importante per la Russia?

Ust-Luga non è un porto qualsiasi. Situato sul Mar Baltico, è uno dei principali hub della Russia per l’esportazione di petrolio greggio e prodotti raffinati verso i mercati europei e globali. Il complesso della Novatek, in particolare, è specializzato nella lavorazione del condensato di gas, trasformandolo in prodotti a più alto valore come nafta, gasolio e cherosene. Colpirlo significa interrompere un’importante fonte di valuta estera per Mosca e creare un serio problema logistico, costringendo la Russia a deviare i flussi verso rotte più lunghe e costose.

2) Quali sono le conseguenze a lungo termine di questi attacchi per l’economia russa?

Al di là del costo immediato delle riparazioni, la conseguenza più grave è l’impatto sul mercato interno russo. La strategia ucraina mira a ridurre la capacità di raffinazione della Russia, provocando una carenza di carburanti come benzina e diesel. Questo non solo crea problemi per la popolazione civile e l’industria, ma mette anche sotto pressione la logistica militare. Se Mosca sarà costretta a bloccare le esportazioni di diesel per soddisfare la domanda interna, perderà un’altra fetta significativa delle sue entrate, finanziando con maggiore difficoltà lo sforzo bellico.

3) Si tratta di una strategia militare efficace da parte dell’Ucraina?

Dal punto di vista strategico, sembra essere molto efficace. Anziché cercare uno scontro simmetrico, l’Ucraina sta conducendo una guerra asimmetrica colpendo le vulnerabilità economiche della Russia. Questi attacchi con droni a lungo raggio sono relativamente a basso costo ma possono causare danni per centinaia di milioni di dollari e, soprattutto, seminare il caos nella catena di approvvigionamento nemica. È un modo per portare la guerra “in casa” del nemico, non solo militarmente ma anche economicamente, minando la stabilità interna e la capacità di finanziare il conflitto.

E tu cosa ne pensi?

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