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Economia

Ristrutturazione settore chip: Qualcomm potrebbe comprare una Intel in difficoltà

Sono diventate pubbliche le voci che vorrebbero Qualcomm in procinto di acquistare Intel, un tempo gigante dei chip, ora in crisi. Sarebbe una fusione che rivoluzionerebbe il mercato, ma anche farebbe scattare l’antitrust

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Terremoto nel settore tecnologico statunitense. Secondo il Wall Street Journal, il produttore di chip Qualcomm ha contattato il veterano del settore Intel per una possibile acquisizione.

Le azioni Intel sono salite a Wall Street venerdì sera (+9,5% durante la sessione, prima di chiudere in rialzo del 3,3%) in seguito alle rivelazioni di questo accordo potenzialmente record, che potrebbe trasformare l’industria dei chip, per poi correggere la crescita.

Al contrario le azioni Qualcomm hanno avuto un andamento opposto, sia per l’impegno finanziario necessario all’acquisto, sia perché Intel non è proprio un fior di società adesso, anzi ha dei notevoli problemi.

Intel, un tempo il più grande produttore di chip al mondo, sta lottando contro il calo delle vendite e le crescenti perdite. Il valore di mercato dell’azienda, inferiore a 100 miliardi di dollari, è ora circa la metà di quello di Qualcomm. Prima delle rivelazioni del Wall Street Journal, che ci ricorda che un accordo è tutt’altro che certo, le azioni di Intel erano scese del 60% dall’inizio dell’anno. I programmi di investimenti erano stati interrotti, anche all’estero, e si preparava il licenziamento di 15 mila dipendenti.

Secondo il quotidiano economico americano, l’avvicinamento è avvenuto negli ultimi giorni, quando il consiglio di amministrazione di Intel si è riunito la scorsa settimana per esaminare una proposta dell’amministratore delegato Pat Gelsinger per la riorganizzazione e la scissione delle attività dell’azienda. A poche settimane dall’annuncio di un massiccio piano di licenziamenti per 15.000 dipendenti e della sospensione dei dividendi, l’azienda di Santa Clara non aveva ancora la sicurezza di aver raggiunto la redditività tramite i tagli.

Dopo essere stata per anni l’azienda di semiconduttori di maggior valore al mondo, Intel è ora in ritardo rispetto ai suoi concorrenti, in particolare Qualcomm, Broadcom, Texas Instruments e AMD. Una posizione che rende Intel debole, anche perché non ha più le risorse per rincorrere gli avversari, tranne che al prezzo di pesantissimi tagli.

Per Qualcomm, il più grande produttore al mondo di processori per smartphone e uno dei più importanti fornitori degli iPhone di Apple, questo accordo potrebbe rafforzare notevolmente la sua posizione nel settore. L’operazione completerebbe il suo business dei chip per cellulari con gli onnipresenti chip di Intel per personal computer e server.

Il problema antitrust

Ma un’operazione di questa portata è destinata ad attirare l’attenzione delle autorità antitrust di mezzo mondo, a partire da quelle USA, mentre la combinazione rappresenta anche un’opportunità per rafforzare il vantaggio competitivo degli Stati Uniti nei chip elettronici.

Secondo il Wall Street Journal, per completare l’operazione Qualcomm potrebbe dover vendere alcune attività di Intel o parti di Intel ad altri acquirenti. L’anno scorso Qualcomm ha avuto colloqui con Intel sulla possibilità di produrre i suoi chip nelle fabbriche di Intel, ma le trattative sono terminate “a causa di problemi tecnici”. Ora quasta collaborazione potrebbe essere molto più realistica.

In quest’ottica cosa succederà ai programmi di investimento in Germania, dove Intell doveva ricevere 10 miliardi di euro per creare una Silicon Valley in Sassonia? Non è ben chiaro, ma Qualcomm potrebbe sia prendere i soldi (e non scappare), sia rinunciare a un ivnestimento che sarebbe eccssivo per la domanda del mercato.


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