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Quando i soldi pubblici all’editoria servono solo per denigrare chi la pensa diversamente (di Giuseppe PALMA)

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Ho avuto modo di leggere un articolo, a firma di tale Claudio Romiti, dal titolo “La New Economy di Rinaldi”, pubblicato su L’Opinione delle Libertà di ieri (http://www.opinione.it/economia/2018/06/13/claudio-romiti_new-economy-rinaldi-linea-programmatica-governo-giallo-verde/)

Il pezzo non entra nel merito dei temi economici portati avanti da Rinaldi, ma si limita ad offendere personalmente Antonio dipingendone una specie di macchietta alla Funari, rappresentando una specie di decadenza intellettuale del Paese in campo economico e finanziario. Di critiche nei contenuti neppure l’ombra. Un attacco frontale, alla baionetta, senza contestazioni di merito. Ma la questione sulla quale vorrei porre l’accento è circostanziata al fatto che le offese provengono da un giornale diretto da Arturo Diaconale che, stando al contenuto di un articolo apparso su Cinquantamila.it (La biografia di Arturo Diaconale), «è riuscito a tenere in vita per 22 anni un giornale che ha sempre venduto pochissimo: 2.500 copie, ma secondo i maligni non si andava oltre le mille copie, comprese quelle che finivano nelle mazzette degli amici. Nonostante questo è riuscito a incassare fior di contributi pubblici: poco meno di 2 milioni di euro ogni anno per un paio di lustri. La legge dell’editoria, infatti, prima era molto più generosa e ai giornali che si legavano a un movimento politico elargiva la metà delle spese sostenute. E l’Opinone, è stata legata al Movimento delle libertà dell’ex deputato di Forza Italia Massimo Romagnoli, arrestato nel dicembre 2014 in Montenegro per traffico d’armi. Chi ha lavorato all’Opinione ricorda come verso settembre il giornale andava sempre in sofferenza perché finivano i soldi e qualche stipendio saltava. Poi arrivava il denaro che le banche anticipavano in vista del contributo pubblico e la situazione tornava normale. Nonostante il quotidiano fosse spesso con l’acqua alla gola, Diaconale ci fa lavorare la moglie, Barbara Alessandrini, e pure la figlia. Ma con la diminuzione dei contributi il sistema va in tilt: nel 2013 il finanziamento pubblico si abbassa a 950 mila euro, nel 2014 saranno solo 120 mila» (Gianluca Rosselli). Fonte: http://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=DIACONALE%20Arturo

Fosse vero, secondo quanto scritto da Cinquantamila.it che L’Opinione delle Libertà vende circa 2.500 copie, ricevendo in passato poco meno di 2 milioni di euro l’anno per un paio di lustri, tale giornale avrebbe ricevuto un finanziamento pubblico di circa 7-800 euro per ogni copia venduta, un assurdo illogico che meriterebbe – ripeto, fosse vero quanto scrive Cinquantamila.it – una immediata interrogazione parlamentare. Se poi, come riporta l’articolo sopra citato, le copie vendute fossero davvero solo 1.000, allora il finanziamento pubblico consisterebbe in circa 1.800-2.000 euro per ogni copia venduta. Così, tanto per fare due conti della serva. Un aspetto sul quale la collettività merita di essere informata.

A parere di chi scrive, per attirare lettori non sono necessari milionari finanziamenti pubblici (che gravano quindi sulle tasche dei cittadini), ma di buoni opinionisti che siano mossi esclusivamente da onestà intellettuale, buon senso e capacità di critica. Se davvero L’Opinione delle Libertà vende circa 2.500 copie (al giorno o al mese non è dato sapersi) ottenendo in passato poco meno di 2 milioni di euro di finanziamento pubblico ogni anno (che si spera attualmente siano stati azzerati o quantomeno diminuiti), forse conviene anche a noi di Scenarieconomici.it svestire i panni del blog indipendente e vestire quelli di quotidiano legato ad un partito. Ma la verità è che a noi non interessano i soldi dei cittadini. La nostra squadra è composta di economisti e giuristi di altissimo livello che scrivono su un blog libero e indipendente da qualsiasi collocazione politica, realizzando decine di milioni di visualizzazioni ogni anno senza ricevere un solo centesimo di finanziamento pubblico. A tal proposito ringraziamo l’autore dell’articolo, Claudio Romiti, perchè ha dimostrato che i finanziamenti pubblici all’editoria sono serviti solo a generare testate in grado – non sempre ma il più delle volte – di denigrare personalmente e gratuitamente il bersaglio, senza alcuna analisi nel merito. Se camminassero con le loro gambe, avrebbero chiuso i battenti già dopo pochi mesi. La libertà di espressione del pensiero, così come contemplata all’art. 21 della Costituzione, è un principio sacrosanto del nostro ordinamento costituzionale, ma non può di certo andare oltre il perimetro del rispetto della persona e del pensiero altrui. Diversamente, diventa anarchia dell’informazione a scapito della stessa libertà di pensiero che la Costituzione ha inteso voler tutelare.

Per quanto riguarda la caciotta citata nel pezzo di Romiti in relazione agli approcci economici di Rinaldi, mi permetto sommessamente di far notare che ricevere denaro pubblico (anche se solo in passato) per scrivere offese di questo tenore è davvero inaccettabile. Ma fa niente. A noi di Scenarieconomici.it i milioni piace riceverli in numero di letture annue e non in soldi pubblici. Siamo mossi solo dall’Amore per la Patria e per la Libertà. E questo ci basta. Scusate se è poco.

Avv. Giuseppe PALMA

 

 


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