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Il programma di Junker per la commissione europea: fuffa o sostanza ? (Parte 1)

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junker

 

Facciamo una rapida analisi diretta dell’agenda del neo presidente della commissione europea Junker, appena eletto dal parlamento dietro dictat della signora Merkel. Possiamo permetterci di analizzarlo e di dire tranquillamente il nostro punto di vista, in quanto, come tutti i cittadini europei non tedeschi, contiamo assolutamente nulla, per cui non c’è nessun problema nel dire la verità.

Potete leggere il programma al link :

http://ec.europa.eu/about/juncker-commission/docs/pg_en.pdf

 

Pagina 2 :

“As candidate for President of the European Commission, I see it as my key
task to rebuild bridges in Europe after the crisis. To restore European citizens’
confidence. To focus our policies on the key challenges ahead for our
economies and for our societies. And to strengthen democratic legitimacy on
the basis of the Community method.”

Come candidato alla presidenza  della commissione europea , vedo come mio obiettivo chiave la ricostruzione dei ponti nell’europa post crisi. La ricostruzione della fiducia dei cittadini. Focalizzare le nostre politiche  sulle sfide chiave che fronteggeranno le nostre economie e società, ed il rafforzamento della legittimità democratica come base del metodo comunitario.

Sorvoliamo sulle imprecisioni sintattiche: la congiunzione dopo un punto è un errore da matita blu anche in Inglese. Comunque sembra il programma di un imprenditore edile. Se poi per “Rafforzamento della legittimità democratica” significa prendere a calci nel sedere un paio di governi europei (UK ed Ungheria, ad esempio),ed una bella fetta dei deputati facendosi imporre per cooptazione da un nucleo ristretto di politici, beh, abbiamo una bella modifica del significato delle parole.

Pagina 3:

“A New Boost for Jobs, Growth and Investment”

Una nuova spinta per il lavoro , la crescita e gli investimenti

Questo paragrafo vorrebbe presentare il cuore innovativo della politica keynesiana europea, la “Nuova spinta” creata dai nostri burocrati di Bruxelles, praticamente la marchetta pagata dal PPE al PSE, o meglio ai socialdemocratici tedeschi, perchè non rompessero troppo le scatole. Si tratta di di extra investimenti, pubblici e privati, in energia ed infrastrutture per 300 miliardi di euro. Per dare un’idea delle dimensioni relative ricordiamo che il PIL della UE è pari a 12.950 miliardi di euro, per cui la cifra è circa il 2% del PIL. I problemi sono però molteplici:

a) si parla di investimenti pubblici e privati, per cui in realtà lo stimolo pubblico sarà inferiore al totale e quello privato andrà dove maggiori sono le prospettive di sviluppo e di ritorno, quindi NON in Italia

b) La parte del leone comunque verrà svolta dai paesi dell’est, nuovi membri. L’Italia, se va bene , otterrà una cifra di 10 miliardi, comunque da dividere fra privati e pubblici. Praticamente  uno 0,6% del PIL nazionale, nella migliore delle ipotesi. Nulla. Se renzi ed Hollande non fossero i barboncini radical chic della Merkel non si sarebbero venduti per un piatto di lenticchie, ma, come i socialisti spagnoli, avrebbero votato contro Junker.

Pagina 4

“A Connected Digital Single Market”

In questo breve capitolo , piuttosto superficiale, del programma presidenziale si parla dell’economia digitale, con promesse di eliminazione dei costi di roaming telefonico e prospettive di crescita per la diffusione maggiore dei contenuti digitali per 250 miliardi di euro. In attesa di far tremare le telco, facciamo due brevi considerazioni:

a) L’eventuale, se possibile, eliminazione dei costi di roaming porterà ad un vantaggio per le aziende di maggiori dimensioni e diffusione, con diminuzione della concorrenza e quindi probabile peggioramento dell’offerta ai clienti.

b) Junker viene , casualmente, dal paese che offrendo una sorta di dumping fiscale, sotto forma di un’aliquota IVA agevolata al 2%, si è candidato ad essere la sede delle società multimediali europee. Non è un caso che quando scaricate un ebook da Amazon questo provenga dal Lussemburgo. Quindi quei 250 miliardi di crescita del PIL andrebbero a vantaggio dei soliti furbi.

(… fine prima parte…. CONTINUA)


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