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Economia

Attacco Iran in Qatar: perché il prezzo del petrolio è crollato invece di esplodere

Escalation in Medio Oriente, ma il petrolio crolla del 6%. Dopo l’attacco iraniano a una base USA, il mercato scommette sulla de-escalation. L’analisi di una reazione inaspettata.

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Dopo l’attacco iraniani alla base USA in Qatar i  prezzi del petrolio sono scesi di 5 dollari al barile, ovvero oltre il 6%, soprattutto dopo che questo attacco non ha causato particolari danni e i missili iraniani sono stati intercettati dalla contraerea qatariota.

I futures sul greggio Brent sono scesi di 4,90 dollari, ovvero del 6,3%, a 72,19 dollari al barile alle 14:13 ET (18:13 GMT). Il greggio West Texas Intermediate (WTI) degli Stati Uniti ha registrato un calo di 4,60 dollari, ovvero del 6,2%, a 69,23 dollari, sotti i 70 dollri.

Ecco i relativi grafici. Il Brent:

E il WTI:

Il benchmark globale Brent aveva iniziato la settimana con un balzo di quasi il 6% al massimo degli ultimi cinque mesi all’apertura dei mercati, dopo che sabato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva dichiarato di aver “distrutto” i principali siti nucleari iraniani con attacchi aerei, unendosi all’assalto israeliano in un’escalation del conflitto in Medio Oriente, mentre Teheran prometteva di difendersi.

L’Iran, terzo produttore di greggio dell’OPEC, ha dichiarato lunedì che l’attacco statunitense ai suoi siti nucleari ha ampliato la gamma di obiettivi legittimi per le sue forze armate.

Il mercato petrolifero ha iniziato a vendere dopo che l’Iran ha reagito, affermando di aver effettuato un attacco missilistico contro la base aerea statunitense di Al Udeid in Qatar, la più grande installazione militare statunitense in Medio Oriente. Il conttrattacco però non ha causato danni alla base USA o al Qatar, diminuendo la probabilità di un’escalation e pure di minacce alla produzione petrolifera di quest’area così importante per il mondo.

“Per ora i flussi di petrolio non sono l’obiettivo principale e probabilmente non subiranno ripercussioni. Penso che si tratterà di una rappresaglia militare contro basi statunitensi e/o di un tentativo di colpire altri obiettivi civili israeliani”, ha affermato John Kilduff, partner di Again Capital.

“È in qualche modo il male minore. Sembra improbabile che cercheranno di chiudere lo Stretto di Hormuz”, ha affermato Matt Smith, analista di Kpler.

Circa un quinto dell’approvvigionamento mondiale di petrolio transita attraverso lo stretto. Tuttavia, secondo gli analisti, è improbabile che si verifichi una chiusura totale.

Ciononostante, almeno due superpetroliere hanno invertito la rotta nei pressi dello Stretto di Hormuz in seguito agli attacchi militari statunitensi contro l’Iran, secondo i dati di localizzazione delle navi, poiché più di una settimana di violenze nella regione ha spinto le imbarcazioni ad accelerare, fermarsi o modificare i loro itinerari.

 


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