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Prezzi gas stellari: la Russia sta forzando la UE ad omologare subito Nord Stream 2

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“Chi agnello si fa, il lupo se lo mangia”, dice la saggezza popolare. In questo caso la politica energetica dell’Unione Europea, schiacciata da un ecologismo demagogico e da paesi che a malapena superano l’orizzonte mensile in politica, ha posto le basi affinché il lupo, o meglio l’orso, russo si pappasse l’intera Europa occidentale, vista fra l’altro come un avversario politico e militare.

Iniziamo: i prezzi dei future sul gas naturale sono al massimo di sempre  con valori mai visti prima in UE:

 

Il livello del prezzo è da record, ed il motivo è presto detto: domanda elevata, o stabile, offerta in calo. Ecco quanto la Russia sta inviando tramite i propri gasdotti al nodo distributivo del gas naturale a Mallnow, in Germania:

 

Con questo calo verticale delle forniture i prezzi sono andati alle stelle, e non solo: non è possibile costituire le necessarie riserve per far fronte ai mesi invernali.

Questo risultato è il derivarsi del’incrocio di una serie di scelte sbagliate, una dopo l’altra, che stanno mettendo in ginocchio il Vecchio Continente e per le quali, alla fine, non pagherà nessuno dei responsabili politici, a Bruxelles o nelle varie capitali. L’Unione si è VOLONTARIAMENTE messa in mano ai russi, che non hanno dovuto che cogliere un frutto maturo. Infatti:

  • la scelta di abbandonare le fonti energetiche dal carbonio senza nessun reale sostituto ha ridotto le risorse disponibili in territorio europeo. lLe riserve del Mare del Nord non sono esplorate, dopo la fine degli investimenti degli Olandesi della Shell nelle risorse non rinnovabili. Solo i norvegesi stanno fortemente spingendo in quel settore;
  • a sud l’Algeria da tempo fa cartello con la Russia. La Libia,  che prima era una fonte secondaria, ma sicura, è entrata nell’orbita russa con il generale Haftar e i suoi successori. Le forti riserve nel Mediterraneo orientale, ancora non completamente sfruttate, ricadono comunque in gran parte sotto controllo egiziano che entra ogni giorno di più nella sfera d’influenza russa.

Al di là di mantenere dei buoni rapporti e restare a guardare, la diplomazia di Mosca non ha dovuto fare molto: le è bastato restare a guardare gli errori di Parigi, Berlino e Roma. In un devastante mix di desideri imperiali fuori tempo, demagogia ecologista e franca stupidità  ci si è messi in una situazione in cui i prossimi mesi saranno una spremitura dei cittadini europei come mai vista prima.

Ora si tratta di omologare il nuovo gasdotto Nord stream 2, e questa sarà l’ultima battaglia per Polonia ed ucraina per impedirne l’entrata in uso. La carenza di gas naturale in Europa spinge, invece in direzione opposta: se normalmente sono necessari circa 4 mesi per omologare un nuovo gasdotto c’è la buona possibilità che la Russia ottenga l’omologazione di Nord stream 2 in un tempo molto più breve, nell’illusione che i flussi di gas naturale possano aumentare tramite questo nuovo strumento. Intanto comunque arriveremo alla fine dell’autunno e all’inverno senza scorte sufficienti, con picchi di prezzo che peseranno sui nostri concittadini. Purtroppo questi governanti sono quello che offre il mercato politico attuale.

 


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