Politica
Terremoto a Bruxelles: Il PPE Affonda la Legge Green. Maggioranza di Destra Possibile?
Il PPE affossa la dannosa legge sul greenwashing, un “incubo burocratico” per le imprese. Crisi aperta con la sinistra e porte spalancate per una nuova maggioranza di destra. L’analisi.

Un vero e proprio terremoto politico scuote Bruxelles. Con una mossa plateale e dall’enorme peso specifico, il Partito Popolare Europeo (PPE) ha forzato la Commissione a ritirare una delle normative simbolo dell’agenda green, la cosiddetta “Direttiva sulle Dichiarazioni Ecologiche”. La decisione, che di fatto affossa la legge anti-greenwashing, segna un punto di rottura drammatico con gli alleati storici, Socialisti e Liberali, e apre le porte a scenari fino a ieri impensabili, su tutti la nascita di una nuova maggioranza orientata a destra.
Cosa Prevedeva la Norma Affossata?
La proposta di legge ritirata, nota come Green Claims Directive, aveva un obiettivo tanto semplice quanto ambizioso e dannoso per le aziende: porre fine al “greenwashing”, la pratica ingannevole con cui le aziende si attribuiscono meriti ambientali infondati per attirare i consumatori. Se approvata, la direttiva avrebbe imposto regole ferree:
- Verifica Obbligatoria: Qualsiasi dichiarazione ecologica (“prodotto con 30% di plastica riciclata”, “impatto climatico neutro”, “biodegradabile”) avrebbe dovuto essere verificata da un ente terzo indipendente prima di poter essere utilizzata su etichette o pubblicità.
- Metodologia Comune: La valutazione si sarebbe basata su criteri scientifici e standardizzati a livello europeo, impedendo alle aziende di inventare proprie etichette “green” senza alcun fondamento.
- Sanzioni Severe: Le aziende scoperte a fare affermazioni false o non verificate avrebbero rischiato multe salate e l’esclusione dagli appalti pubblici.
Secondo i promotori, la legge avrebbe protetto i consumatori e premiato le imprese veramente sostenibili. Per il PPE, invece, si trattava di un “incubo burocratico” che avrebbe strangolato soprattutto le piccole e medie imprese con costi e procedure insostenibili, senza un reale beneficio per l’ambiente. Perché il problema è sempre questo: nella UE non capiscono, anzi disprezzano, la differnza fra un artigiano con 4 o 5 dipendenti e la multinazionale con 10.000 consulenti e impiegati. Gli obblighi, soprattutto quelli stupidi e invasivi, valgono per tutti.
A questo punto però le affermazioni delle aziende Green varanno per quello che sono, aria fritta.
La Svolta a Destra del PPE: Basta con le Follie Ambientaliste
La decisione del PPE non è un incidente di percorso, ma il culmine di una strategia politica ben precisa. Stanchi delle “follie ambientaliste”, come vengono percepite da una parte crescente del loro elettorato, e scottati da risultati elettorali che in diverse nazioni hanno premiato le destre, i Popolari hanno deciso di rompere la gabbia della “maggioranza Ursula”.
Per anni, il PPE ha governato l’Europa appoggiandosi ai Socialisti (S&D) e ai Liberali di Renew Europe. Quest’ultimo gruppo, sempre più una colonia politica del presidente francese Emmanuel Macron, si è dimostrato costantemente succube delle posizioni della sinistra sulle tematiche ambientali, spingendo per un’agenda radicale mal digerita dal mondo produttivo e agricolo.
Il voto con cui il PPE ha chiesto e ottenuto il ritiro della legge, applaudito dai Conservatori e Riformisti (ECR) di Giorgia Meloni e dai Patrioti per l’Europa (PfE) di Marine Le Pen e Viktor Orbán, è un messaggio inequivocabile. Il baricentro politico si è spostato. Come dichiarato da Valérie Hayer, presidente dei Liberali, “siamo sull’orlo di una crisi istituzionale”. Socialisti e Liberali minacciano di bloccare ogni futura legge, ma il loro potere di ricatto sembra indebolito di fronte a un PPE che ha scoperto di poter guardare altrove.
Analisi dei Seggi: Una Maggioranza di Destra Può Reggere?
La domanda cruciale ora è puramente matematica. Può esistere una maggioranza di centro-destra senza il supporto dei Socialisti e dei Verdi? Analizziamo i numeri del nuovo Parlamento Europeo, che conta 720 seggi. La maggioranza assoluta è quindi fissata a 361 voti.
Vediamo la composizione di una potenziale alleanza di centro-destra:
- Partito Popolare Europeo (PPE): 188 seggi
- Conservatori e Riformisti Europei (ECR): 78 seggi
- Patrioti per l’Europa (PfE): 84 seggi
Sommando queste forze, otteniamo: 188(PPE)+78(ECR)+84(PfE)=350 seggi
Con 350 seggi, questa alleanza non raggiungerebbe, da sola, la maggioranza assoluta di 361 seggi. Le mancherebbero 11 voti. Tuttavia, questo non significa che sia impossibile governare. A questa coalizione potrebbero infatti aggregarsi deputati dal gruppo dei Non Iscritti o singoli “dissidenti” dal gruppo Liberale, specialmente quelli non legati direttamente a Macron, oppure anche altri deputati aggregati caso per caso.
La mossa del PPE va letta quindi non solo come un tentativo di formare un’alleanza organica, ma come la dimostrazione di poter creare maggioranze variabili su singoli provvedimenti, mandando in minoranza la sinistra e i Verdi e dettando la propria agenda. La crisi è aperta e il futuro della legislatura europea, così come la stessa presidenza von der Leyen, non è mai stato così incerto. Comunque l‘epoca del “Muro antisovranista” è definitivamente finita, mandata in soffitta dagli elettori e dalle evoluzioni del mondo moderno.
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