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Perchè così pochi inviti per la vendita dei titoli italiani? Il MEF cerca di non contenere lo spread?

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Un’asta, di qualsiasi prodotto si tratti, ha più successo per il venditore quanto maggiore è il numero di partecipanti: una pluralità di parti viene a significare una definizione del prezzo più precisa, conveniente per il venditore e rende pratiche collusive fra gli acquirenti più complesse.

Data la dimensione del debito italiano ci si aspetterebbe che il Tesoro abbia una lista piuttosto consistente di controparti invitate a partecipare alle aste dei titoli. Ecco a voi l’ultimo elenco, così come determinato da Decreto Ministeriale del 2 luglio 2018:

Banca IMI SpA  
Barclays Bank PLC  
Citigroup Global Markets Ltd  
Crédit Agricole Corp. Inv. Bank  
Deutsche Bank A.G.  
Goldman Sachs Int. Bank  
HSBC France  
ING Bank  
JP Morgan Securities PLC  
Merrill Lynch Int  
Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A.  
Morgan Stanley & Co Int. PLC  
NatWest Markets PLC  
Nomura Int  
Société Générale Inv. Banking  
Unicredit S.p.A.

 

Il debito italiano è di 2320 miliardi circa, ora la Germania ha invece un debito pubblico pari a 1760 miliardi di euro, il 60% del PIL. Ecco la lista delle banche chiamate a presentare offerte per i titoli:

 

BNP Paribas S.A.  
Commerzbank Aktiengesellschaft  
Nomura International plc  
HSBC France S.A.  
UniCredit Bank AG  
Deutsche Bank Aktiengesellschaft  
Citigroup Global Markets Limited  
Goldman Sachs International Bank  
Barclays Bank PLC  
J.P. Morgan Securities plc  
DZ Bank AG Deutsche Zentral-Genossenschaftsbank  
Morgan Stanley & Co. International plc  
The Royal Bank of Scotland plc  
Société Générale S.A.  
Merrill Lynch International  
Danske Bank A/S  
Crédit Agricole Corporate and Investment Bank  
Landesbank Baden-Württemberg  
Bankhaus Lampe KG  
Rabobank International  
Banca IMI S.p.A.  
ING Bank N.V.  
ABN AMRO Bank N.V.  
Landesbank Hessen-Thüringen Girozentrale  
DekaBank Deutsche Girozentrale  
Girozentrale Natixis  
UBS Limited  
Norddeutsche Landesbank Girozentrale  
Bayerische Landesbank  
Jefferies International Limited  
Banco Santander S.A.  
Mizuho International plc  
Nordea Bank AB  
Banco Bilbao Vizcaya Argentaria S.A.  
Scotiabank Europe plc  
ODDO BHF Aktiengesellschaft

Sono 36 banche, più del doppio di quelle invitate da Tesoro. Sono invitate tutte le banche dei Lander, gli istituti centrali tedeschi, oltre che un numero superiore di banche estere, europee o meno.

Un numero superiore di partecipanti significa un maggior numero di offerte, una maggiore facilità di piazzamento,  maggiore difficoltà per eventuali attività collusive sul mercato primario, ma anche sul mercato secondario. Da questo punto di vista vogliamo segnalare che un maggior numero di canali significherebbe meno player in grado di influenzare la vendita secondaria per ottenere un prezzo maggiore, e minori manovre successive per ottenere uno spread maggiore ed influenzare le aste primarie successive.

Ci chiediamo perchè manchino nell’elenco, ad esempio, ICCREA, l’ente centrale delle Banche di Credito Cooperativo, che potrebbe intervenire per conto del sistema delle piccole banche locali, perchè manchino UBI e Banco Popolare, che comunque  sono banche sistemiche, oppure BBVA e Santander. Non ci sia la quarta banca americana, Wells Fargo, che sta prendo nuovi uffici a Londra, Ambro, INV, Danske, Danea, non ci sia nessuna banca canadese, nessuna banca sud americana, non ci sa Mitsubishi, la maggiore banca giapponese, o Sberbank, la più grande banca russa. Sembra una lista costruita per favorire i pochi, non per l’abbattimento del debito.

Se il governo ha veramente intenzione di sopravvivere e di aumentare i servizi ai cittadini deve imporre una maggiore efficienza nelle procedure di vendita del debito, che attualmente non sono adeguate ad ottenere un tasso minimo ottimale, sia per l’esiguità della lista ad inviti, sia per la un meccanismo d’asta che non è favorevole. Pochi inviti spingono a comportamenti collusivi, come dimostrano i vari scandali FX, Euribor e Libor. Siamo sicuri che il MEF sarà in grado di risolvere questi problemi con rapidità ed efficienza.

 

 


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