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Economia

Oracle e Meta: un matrimonio da 20 miliardi di dollari nel cloud per l’IA

Un accordo colossale da $20 miliardi tra Oracle e Meta potrebbe ridisegnare il mercato del cloud e dell’Intelligenza Artificiale. Oracle lancia la sfida ai colossi Amazon e Microsoft, ma la sua forte dipendenza da pochi clienti fa suonare un campanello d’allarme tra gli investitori.

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Sembra che nel competitivo mondo del cloud computing stia per nascere un’alleanza di quelle pesanti. Oracle Corp., il gigante del software per database che molti davano per maturo, sta vivendo una seconda giovinezza grazie all‘Intelligenza Artificiale e sarebbe in trattative avanzate con Meta Platforms Inc. (la casa madre di Facebook, Instagram e WhatsApp) per un accordo di cloud computing dal valore stratosferico di circa $20 miliardi.

Un’intesa che, se confermata, proietterebbe Oracle definitivamente nell’Olimpo dei fornitori di infrastrutture cloud, un club esclusivo finora dominato da Amazon (AWS), Microsoft (Azure) e Google (GCP).

I dettagli dell’accordo (ancora in fieri)

Secondo fonti vicine alle negoziazioni, l’accordo pluriennale prevederebbe la fornitura da parte di Oracle della potenza di calcolo necessaria a Meta per addestrare e implementare i propri modelli di Intelligenza Artificiale. Stiamo parlando di un’infrastruttura immensa, fondamentale per far girare gli algoritmi che alimentano i social network e i futuri progetti nel metaverso.

L’importo totale potrebbe anche aumentare e i termini sono ancora in discussione, ma la cifra di $20 miliardi dà la misura di quanto Meta stia puntando sull’IA e di come Oracle sia riuscita a posizionarsi come un partner tecnologico credibile e potente.

La riscossa di Oracle: non solo database

Questa non è una vittoria isolata per l’azienda texana. La notizia arriva dopo una serie di successi che hanno rinvigorito il business cloud di Oracle:

  • Risultati brillanti: La scorsa settimana, l’azienda ha riportato un’impennata nelle prenotazioni di servizi cloud che ha fatto schizzare il prezzo delle sue azioni ai massimi storici.
  • Clienti di peso: Oracle ha già stretto accordi significativi con altre aziende che lavorano sull’IA, tra cui la stessa Meta per servizi precedenti e la xAI di Elon Musk.
  • Il colpaccio OpenAI: A inizio anno, Oracle si è aggiudicata un contratto senza precedenti per fornire a OpenAI, la società dietro ChatGPT, ben 4,5 gigawatt di potenza di calcolo.

Questo successo ha spinto le azioni della società a un rialzo dell’84% quest’anno, a dimostrazione che il mercato sta premiando questa nuova strategia focalizzata sull’IA. Oracle sta diventando il “quarto incomodo” che i giganti del tech forse non si aspettavano.

Non è tutto oro quel che luccica: il rischio della concentrazione

Tuttavia, alcuni investitori esprimono una certa cautela. La preoccupazione è che una parte troppo grande dei nuovi contratti cloud di Oracle sia legata a un numero molto ristretto di clienti enormi, primo fra tutti OpenAI.

Se da un lato questi mega-accordi gonfiano i ricavi, dall’altro creano una forte dipendenza. Un cambio di strategia da parte di un singolo cliente come OpenAI o Meta potrebbe avere un impatto sproporzionato sui conti di Oracle. È un rischio calcolato, ma un rischio che gli analisti tengono d’occhio. Nel frattempo, Oracle si gode il suo momento di gloria, dimostrando che anche un colosso apparentemente “tradizionale” può reinventarsi e dare del filo da torcere ai nuovi padroni della tecnologia.

Domande e Risposte

1) Perché Meta, che ha enormi risorse, si rivolgerebbe a Oracle invece di fare tutto da sola o usare i soliti noti come Amazon o Microsoft?

Una scelta di questo tipo si basa su più fattori. In primo luogo, la diversificazione: affidarsi a un unico fornitore cloud è rischioso. Usando anche Oracle, Meta riduce la sua dipendenza da concorrenti diretti come Amazon, Microsoft e Google. In secondo luogo, Oracle si è specializzata in infrastrutture ad alte prestazioni (HPC – High Performance Computing) ottimizzate per i carichi di lavoro dell’IA, offrendo forse un rapporto prezzo/prestazioni più vantaggioso per questo specifico compito. Infine, potrebbe essere una mossa strategica per alimentare la concorrenza nel mercato cloud e ottenere condizioni migliori da tutti i fornitori.

2) Cosa cambia concretamente per un utente di Facebook o Instagram se Meta usa i server di Oracle?

Per l’utente finale, il cambiamento non sarà direttamente visibile, ma gli effetti potrebbero essere tangibili. Una maggiore potenza di calcolo a disposizione di Meta significa che l’azienda può sviluppare e implementare modelli di Intelligenza Artificiale più sofisticati e velocemente. Questo si potrebbe tradurre in: suggerimenti di contenuti (nel feed, nei reel) ancora più personalizzati e pertinenti, funzionalità di ricerca visiva più potenti, filtri e strumenti di editing basati sull’IA più avanzati e, in generale, un’esperienza utente più fluida e reattiva. In pratica, è il “motore” che diventa più potente, permettendo alla “macchina” di fare cose nuove e migliori.

3) Il successo di Oracle è solido o è una bolla legata al boom dell’IA?

È una domanda legittima. La crescita di Oracle è basata su contratti reali e multimiliardari, quindi non è una bolla speculativa fine a se stessa. L’azienda sta capitalizzando una domanda reale e impetuosa di potenza di calcolo per l’IA. Tuttavia, il rischio principale, come sottolineato nell’articolo, è la forte concentrazione su pochi, giganteschi clienti. Se il settore dell’IA dovesse rallentare o se uno di questi clienti chiave decidesse di cambiare fornitore, Oracle ne risentirebbe pesantemente. Il successo è solido oggi, ma la sua sostenibilità a lungo termine dipenderà dalla capacità di Oracle di ampliare e diversificare la sua base di clienti cloud.

E tu cosa ne pensi?

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