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Nuovi dati economici. E se le previsioni Confindustria et alii fossero sbagliate

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Uno degli fatti per cui non leggete previsioni di Scenari economici, pur avendo noi delle nostre valutazioni interne, sono istantanee, cioè fatte in un certo momento. Il mondo cambia giorno per giorno, momento per momento, e quello che scriviamo ora tra un giorno potrebbe non essere più valido. Tutto scorre.

Ora vediamo alcuni dati freschi freschi usciti oggi:

Germania, il tasso di disoccupazione è ai minimi degli ultimi 29 anni, con un 3,1%. Un numero bassissimo, al livello di strutturale, ricordando che il tasso di disoccupazione più basso della Germania è stato pari al 0,4% nel 1960

Il numero degli iscritti alle liste di collocamento però è calato meno delle attese. Probabilmente vi è un richiamo di forza lavoro anche dal settore degli inattivi che, con la speranza di un lavoro proficuo, si iscrivono alle liste. Del resto c’è stata una buona dinamica salariale negli ultimi mesi.

Questa dinamica si è fatta sentire anche con una discreta dinamica salariale, a cui si è accompagnato un aumento delle paghe del 8% in 3 anni, ma 3,2$ subito, con gli arretrati, da gennaio, per il settore pubblico tedesco. L’insieme di questa dinamica può spiegare il successivo dato sull’inflazione:

Abbiamo avuto un ritocco, leggero, verso l’alto, dell’inflazione, segno che la domanda al consumo non è così negativa . L’inflazione nello stesso periodo in Italia è 1% (ma dedicheremo articolo a parte). Soprattutto si nota un’inversione dei prezzi al consumo rispetto a gennaio, da -0,8% a +0,5%, sintomo che c’è una certa domanda.

Anche la Spagna, almeno nelle vendite retail, dà dei segnali di vita:

Il problema della Spagna è che questa domanda interna non eccezionale, ma neppure pessima, sta mandando le partite correnti in rosso un po’ più di quanto accadeva, stagionalmente, ad  inizio anno.

Il deficit delle Partite Correnti Spagnolo è in crescita, o in lineaa, con gli anni precedenti, Ricordiamo che l’Italia ha avuto un surplus delle partite correnti a gennaio che non vedevamo dal 2014, cosa che ci fa capire come la domanda spagnola sia migliore della nostra.

Ora molte delle prefvisioni mortali del famigerato centro studi Confindustria sono basate sul presupposto di:

  • un forte dato di calo export;
  • un l’incapacità di generare crescita di misure come il reddito di cittadinanza.

Ora sul secondo punto avremo una risposta nella seconda metà dell’anno. Se il primo punto però fosse meno negativo rispetto a quanto previsto avremmo che le varie previsioni Moody’s , CSC etc, vecchie ALMENO DI UN MESE, quindi su dati di dicembre gennaio, non sarebbero giuste.

Chi vivrà vedrà, Tutto scorre…

 

 


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