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La notizia che non ti aspetti (perché non la trovi): 47 senatori repubblicani “saltano” la Casa Bianca e comunicano direttamente all’Iran che gli accordi di Obama verranno cancellati

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La notizia ha dell’incredibile – anche perché è difficilissima da trovare tra le testate italiane, non a caso solo La Sicilia l’ha riportata per tempo, riprendendo l’ANSA -:

NEW YORK, 9 MAR – Sull’accordo con l’Iran a Washington si consuma l’ennesimo scontro tra Obama e i repubblicani in Congresso. Ben 47 senatori hanno infatti pubblicato una lettera aperta alle autorità di Teheran per inviare un chiaro messaggio: qualunque accordo sul nucleare col presidente americano non durerà, non andrà oltre il suo mandato senza l’autorizzazione del Congresso. Dura la Casa Bianca: sono degli incoscienti. Replica Teheran con il ministro Zarif: è solo propaganda.

Ma forse per avere un quadro più chiaro dobbiamo riprenderla da fonti meno “titubanti”, ad esempio dalla Svizzera, unico paese di dimensioni accettabili a parlare ufficialmente la lingua di Dante:

Lettera senatori Usa a Teheran, accordo con Obama non durerà – 09 marzo 2015 – 18:59

Nuovo schiaffo dei repubblicani a Barack Obama. Dopo lo scontro sull’invito al premier israeliano Benjamin Netanyahu, ben 47 senatori hanno firmato una lettera aperta indirizzata alla leadership iraniana, inviando a Teheran un chiaro messaggio: qualunque accordo sul nucleare col presidente americano non durerà, non andrà oltre il suo mandato senza l’autorizzazione del Congresso. Pronta la condanna della Casa Bianca: “Si tratta dell’ennesimo sforzo di parte per minare i negoziati in corso tra l’Iran e le potenze occidentali”.

Una iniziativa senza alcun valore legale e nient’altro che uno stratagemma pubblicitario, ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, rispondendo alla lettera.

La missiva, ha detto Zarif secondo l’Irna, è in totale contraddizione con i diritti internazionali. Il prossimo presidente americano, scrivono i senatori, potrebbe revocare l’accordo con un semplice tratto di penna, e un futuro Congresso potrebbe modificarne i termini in qualunque momento.

sda-ats

Come vedete l’impatto è terrificante, enorme. Prima di tutto dovremmo chiederci perché le testate mainstream italiane hanno taciuto questa importante piece of news, notizia che dimostra come l’amministrazione Obama sia oltre che ai ferri cortissimi col Congresso anche in forte crisi di vedute (strategiche): non era MAI accaduto che il Senato, dove se non si decide direttamente per certo si approva la politica estera, bypassasse il Presidente USA contattando direttamente un paese straniero minacciando l’annullamento di provvedimenti presidenziali (si colleghi questo evento al recentissimo speech alle camere di Netaniahu, anche questo in autonomia rispetto alla Presidenza USA che era contraria, mai mettersi contro la lobby ebraica, ndr).

E questo soprattutto in presenza di una maggioranza repubblicana schiacciante, per la Camera addirittura la più grande dalla fine della seconda guerra mondiale. Mi permetto questi commenti nonostante il massimo rispetto che tutti noi ritengo dobbiamo nutrire per Barack Obama: lo ripeterò fino alla noia, a livello etico e di ideali il corrente Presidente USA deve avere il rispetto del mondo intero, certamente ha il mio (suo padre era segregato per questioni razziali ed il figlio ha saputo diventare Presidente di quel grandissimo Paese che sono gli States, chapeau!). Ad esempio, come Europeo – solo a livello geografico, cosa voglia dire esserlo oggi in termini politici ed economici non lo so più – non faccio fatica a riconoscere un grande valore nel disegno dell’ Obamacare, al di fuori dei tecnicismi operativi contro cui i repubblicani comprensibilmente si scagliano (…).

Di converso, purtroppo a livello di risultati è stata una presidenza che dobbiamo onestamente dire disastrosa, la politica estera americana degli ultimi 7 anni è stata scoordinata e confusa, avendo per altro annullato il valore intrinseco di avere affidabili partners storici degli USA – tra cui certamente il Cavaliere, ndr – curandosi più dell’antipatia personale, certa nel caso di Berlusconi (per colpa dell’ex Premier italiano) che della ragion di Stato: gli States se ne accorgeranno quando dovranno ridimensionare la Germania, il prossimo nemico in pectore degli USA (per forma mentis i tedeschi non riconoscono a lungo termine nessuna gerarchia straniera che li comandi).

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Ora, che impatto può avere tutto questo? Semplicemente enorme. Fino al termine del mandato l’amministrazione Obama farà fatica ad essere credibile con i partners esteri i quali saranno sempre in dubbio sulla sostenibilità a lungo termine delle decisioni ed indirizzi di Obama. Chi la fa l’aspetti: in fondo Obama fece circa la stessa cosa con tutti i leader alleati che dal 2008, o meglio dal 2010, sono stati spodestati in malo modo con l’avallo della Casa Bianca, in Italia ne sappiamo qualcosa con il Cavaliere [senza il nulla osta USA non sarebbe certamente caduto, ndr]. Se proprio dobbiamo trovare una vera pecca all’amministrazione USA corrente è che è sembrata più attenta a distruggere quanto fatto dalla precedente amministrazione Bush piuttosto che vedere le situazioni a lungo termine – della serie, chi era amico di G.W. era suo nemico –. Anche per quanto riguarda l’Ucraina e la Russia il messaggio è simile: siamo ad esempio sicuri che l’agricoltore del Nebraska supporti l’idea di fare una guerra nucleare con la Russia per colpa di un paese europeo dove certamente non è mai nemmeno stato in vacanza? Lo dubito, e se invece che ad un soggetto del Mid West si pensasse di chiederlo ad un texano verrebbe fuori anche di molto peggio dopo che per le velleità ideal-democratiche del primo Presidente di colore USA il prezzo dell’oil è crollato della metà… E per gli esportatori USA la patata bollente arriverà il prossimo anno con gli effetti del dollaro forte [sempre come conseguenza delle velleità obamiane, vedasi gli effetti dello swap sino russo tra rubli e yuan, *]: dunque ulteriori ostacoli alla conferma dei democratici al potere sono attesi dal fronte interno degli exporters…

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Per quanto riguarda i rapporti con l’Europa, gli USA hanno tanto frettolosamente quanto scelleratamente avallato la nascita di qualcosa di simile al Quarto Reich [che ha messo in ginocchio buona parte dell’Europa, soprattutto periferica, vedasi rif.], nella forma di una Germania dominante nel continente europeo [encore, non si leggono mai abbastanza i libri di storia , ndr]: gli osservatori attenti sanno che per ridimensionarla storicamente è necessario spendere molte risorse, anche militari, certamente economiche. E la resilienza tedesca è garantita da parte di un popolo estremamente fiero (anche il grande Patton ne fu colpito). In ogni caso la ricchezza tedesca è legata a doppio filo con la moneta unica, quando si romperà l’euro – non se ma quando – crollerà il castello tedesco fatto di ricchezza ed occupazione, con inevitabili sconvolgimenti interni e dunque ritorneranno sulla terra, starà a Berlino scegliere in che modo farlo, pacificamente o on modo belligerante. In ogni caso questo non mi preoccupa, nonostante tutto quanto successo dal 2011 gli USA possono stare tranquilli, al momento opportuno l’Italia saprà essere come sempre l’alleato non anglosassone di riferimento in Europa [è un peccato che negli ultimi 7 anni ci si sia troppo spesso dimenticati di questa “special relationship” di grande importanza in termini storici vista anche la foltissima rappresentanza italoamericana votante, ndr].

A livello di politica interna USA da tale missiva spedita a Teheran ci si può aspettare un duro confronto tra democratici e repubblicani, ulteriore elemento che ci fa supporre che la sfida delle Presidenziali di fine 2016 sarà al calor bianco.

In termini di politica economica temo che anche qui l’amministrazione Obama abbia fatto seri danni: non sappiamo che effetti il QE portato a questi estremi avrà a lungo termine, soprattutto in termini inflattivi (Alan Greenspan ha già lanciato l’allarme). Se come temo ci sarà uno sconquasso globale, della serie all’atto dell’eliminazione della liquidità in eccesso ci sarà una sorta di iperinflazione e/o i mercati crolleranno, a buon titolo Obama potrà diventare l’ultimo presidente nero degli Stati Uniti d’America.

Certamente le elezioni di Novembre 2016 in USA saranno cruciali per le sorti del mondo, come sempre. Forse questa volta un po’ di più visto che nel 2017 ci sarà anche la descretazione degli atti sull’omicidio di JFK, elemento storico che nasconde segreti indicibili a cui gli States possono non essere ancora preparati.

Mitt Dolcino

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*https://scenarieconomici.it/swap-sino-cinese-funziona-dunque-gli-strumenti-pressione-mosca-inutili-petrolio-inizia-risalita/

 


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